Generava con l’IA foto di bambini e bambine in pose osè: arrestato un veneziano
 
             
             
             
            
Un veneziano di 55 anni residente in centro storico a Venezia è stato arrestato dalla Polizia di Stato in quanto ritenuto responsabile della produzione di materiale pedopornografico usando l’intelligenza artificiale generativa. Più di 900 le immagini prodotte, tutte caratterizzate da un elevato realismo e difficilmente distinguibili da fotografie autentiche: ritraevano bambini e bambine in pose sessualmente esplicite.
Quasi mezzo milione Gli scatti di piccoli scippati in rete e su siti pedo-pornografici e dati in pasto a un software allenato a creare immagini di abusi su minori. E non si sa ancora se l’uomo mettesse in vendita o no quanto prodotto. Quello che è certo, è che al softwere di ai generativa dava istruzioni, partendo da foto reali, ad esempio di bambine al mare, come “Falla mora, magra, spogliala” e ancora “mettila con adulti, in atteggiamenti intimi”, come riporta il Corriere del Veneto.
L’evoluzione del cbercrime
Il 55enne è stato arrestato dalla Polizia di Stato all’interno di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Venezia e condotta dagli specialisti del centro operativo per la sicurezza cibernetica. Si tratta di uno dei primi casi in Italia di sfruttamento della tecnologia dell’IA per finalità criminali di questo tipo: per gli investigatori, il caso rappresenta una inquietante evoluzione del cybercrime, in cui le potenzialità dell’intelligenza artificiale vengono utilizzate a fini criminali.
L’avvio dalla segnalazione di un’associazione
L’indagine ha preso le mosse da una segnalazione trasmessa da un’organizzazione internazionale per la tutela dei minori online, che indicava la possibile detenzione da parte del sospettato di immagini a contenuto pedopornografico. Gli investigatori hanno iniziato quindi ad analizzare in modo dettagliato i dati telematici e a svolgere complicate attività di digital forensic (informatica forense), tracciando i collegamenti on line riconducibili all’abitazione dell’uomo.
L’addestramento del software
Il 55enne è stato quindi oggetto di una perquisizione domiciliare, disposta dall’autorità giudiziaria, nel corso della quale gli agenti hanno scoperto un sistema informatico molto sofisticato, usato dall’uomo per creare immagini di minori in pose sessualmente esplicite mediante reti neurali addestrate su immagini di bambini reali trovate su internet, anche di natura illecita.Gli accertamenti tecnici hanno permesso di rilevare nei dispositivi informatici dell’uomo centinaia di immagini virtuali che, pur prive di corrispettivo reale, risultavano estremamente realistiche e frutto di sofisticati processi di generazione automatica. L’indagato si avvaleva infatti di modelli di intelligenza artificiale generativa capaci di sintetizzare nuovi contenuti visivi rappresentanti minori in pose sessualmente esplicite.
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