“In Italia serve una legge che vieti l’uso di Pfas”. Associazioni e comitati scrivono ai Ministri

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Una legge in Italia che vieti l’uso e la produzione di sostanze per e poli-fluoroalchiliche, meglio conosciute come Pfas. È questa la richiesta inviata nei giorni scorsi da un gruppo di associazioni e comitati – costituito da Mamme No Pfas, Greenpeace, Comitato Stop Solvay, Medici ISDE, Legambiente, Comitato di lotta Maccacaro, Comitato acque e beni comuni di Verona e Monastero dei beni comuni – al Ministero della Transizione Ecologica, al Ministero della Salute, al Ministero dello Sviluppo Economico e al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Nonostante nella Comunità Europea l’Italia si distingua per avere il più vasto e pesante disastro causato da tali sostanze, il nostro Paese non è ancora stata introdotta una regolamentazione e non è stata appoggiato la proposta di altre nazioni di regolamentarne l’uso a livello comunitario.

L’inquinamento da Pfas, interessa principalmente tre province in Veneto e una in Piemonte, contraddistinte per avere nel loro territorio ditte produttrici di questi composti. Un inquinamento che non rimane limitato alla zona esposta, ma si diffonde attraverso l’aria, l’acqua, i prodotti agricoli e provenienti da filiere zootecniche, mettendo a rischio territori e migliaia di persone residenti anche in aree lontane dalle fonti inquinanti. Il gruppo che ha inviato la lettera con la richiesta di una legge che ne vieti l’uso sottolinea come “tutte le regioni, sebbene con differenti livelli di contaminazione, siano interessate da questo inquinamento” sulla base di quanto emerge da studio del CNR sulla “Distribuzione dei Pfas nelle acque italiane”.

“La contaminazione, tutt’ora in corso, dell’ambiente e delle persone è dovuta alla carenza di leggi che regolino la produzione, l’utilizzo e lo scarico delle sostanze PFAS, definiti “inquinanti eterni” a causa della loro scarsa biodegradabilità in ambiente o una volta entrati nel corpo umano” denunciano associazioni e comitati.

La scoperta del grave inquinamento in Veneto è avvenuta nel lontano 2013, ma non sono stati ancora presi provvedimenti legislativi a livello nazionale. “Intanto in Piemonte Solvay continua a produrre e scaricare in Bormida e da lì nel Po, sino all’Adriatico, Pfas che, invece gli Stati Uniti dichiarano di voler dismettere – dicono i firmatari della richiesta -. Da tempo chiediamo alla politica di fissare limiti zero per i Pfas, ma se vogliamo realmente tutelare la nostra salute e quella dell’ambiente, occorre bandire queste sostanze fin dalla produzione. Abbiamo presentato un documento ai Ministeri della Transizione Ecologica, della Sanità, delle Politiche Agricole e dello Sviluppo Economico, in cui esponiamo una lista di evidenze fondamentali per la regolamentazione dei suddetti composti chimici. Attendiamo risposta dai Ministeri e l’avvio di un dialogo concreto e fattivo”.

“Non possiamo aspettare oltre, ora è urgente che lo Stato si faccia promotore di una legge che tuteli l’ambiente, la salute e la sicurezza alimentare di tutti gli italiani regolamentando i Pfas. Chiediamo che gli interessi della collettività siano finalmente anteposti al profitto di pochi” concludono.