L’ex senatore Filippi accusato dell’agguato (‘ndranghetista) al giornalista Ario Gervasutti

A sinistra Alberto Filippi, a desta Ario Gervasutti, sotto il buco provocato da uno dei proiettili esplosi

Pesantissime accuse per l’ex senatore leghista vicentino Alberto Filippi: a distanza di cinque anni è stata chiuso un filone d’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Venezia sulla cosca “Arena-Nicoscia” della ‘ndrangheta, operante a Crotone e infiltrata nel vicentino e nel veronese e all’interno delle indagini è stato appurato che l’agguato subito dal giornalista Ario Gervasutti, ex direttore de Il Giornale di Vicenza fu di stampo mafioso. Nell’ipotesi degli inquirenti, fu eseguito su incarico dell’ex politico vicentino, oggi imprenditore 57enne e senatore della Lega fino al 2013 (è stato espulso dal partito nel 2011).

Filippi è infatti uno dei 43 indagati nell’ambito di una maxi inchiesta dalla quale emergono gli sconvolgenti contorni sul ruolo della ‘ndrangheta in Veneto.
Filippi oggi è un noto imprenditore di Arcugnano dal 2002 al vertice di un’azienda leader nella distribuzione di prodotti della chimica di base, con sede a Torri di Quartesolo. Nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2018 cinque colpi di pistola furono sparati all’1.45 contro l’abitazione padovana dell’ex direttore del Giornale di Vicenza (attuale caporedattore del Gazzettino): il figlio minore si trovava in casa e i proiettili entrarono nella sua stanza conficcarsi sul soffitto, nel muro e nell’armadio.

Filippi risulta indagato a seguito delle rivelazioni del nipote di Santino Mercurio, Domenico Mercurio, che ha iniziato a collaborare coi magistrati e che ha confessato di aver agito quella sera su incarico di Filippi fu proprio lo zio Santino, 65enne.
L’intimidazione, avvenuta dopo giorni di pedinamenti, avrebbe avuto lo scopo di “punire” il giornalista per una serie di servizi pubblicati dal Giornale di Vicenza dal 2010 sul Centro intermodale Servizi di Montebello, che sarebbe dovuto sorgere in funzione del cambio di destinazione d’uso di un’area di proprietà dell’ex senatore. Un modo, insomma, per “agevolare l’attività del sodalizio mafioso, accrescendone la capacità operativa, economica e la forza di intimidazione funzionale ad assicurare le condizioni di vantaggio nel controllo del territorio da parte dell’organizzazione criminale” e i fatti sarebbero confermati da intercettazioni telefoniche disposte dagli inquirenti.

“Allibito, sconcertato e incredulo”: questi gli stati d’animo di Gervasutti all’accogliere la notizia Filippi è accusato – insieme ai suoi sodali – anche di concorso in estorsione e danneggiamento a seguito di incendio, con l’aggravante mafiosa, per aver colpito alcuni beni della società «Toscolapi srl» di Castelfranco di Sotto (Pisa), allo scopo di risolvere una controversia economica con i titolari.