Borsa rubata durante l’eucarestia. Un mese dopo scovata la ladra “sacrilega”

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Un'immagine della chiesa principale di Caldogno (sal sito ilturista.com)

Chissà se la pena per un furto commesso in un luogo sacro e per giunta durante una santa massa, nel regno dei cieli godrebbe della “sospensione condizionale”. A valutarlo saranno i giudici celesti, mentre per la giustizia ordinaria – e terrena – toccherà al Tribunale di Vicenza accertare le responsabilità di una 40enne di Caldogno che, circa un mese fa, avrebbe sottratto a una donna di Isola Vicentina la borsa mentre l’ignara fedele si recava sotto l’altare per ricevere l’eucarestia. Anzichè offrire la generosa “questua”, la presunta manolesta sacrilega avrebbe arraffato effetti personali, smartphone e banconote per un valore complessivo di circa 500 euro.

L’episodio è avvenuto lo scorso 20 gennaio, di domenica, all’interno della chiesa di S. Giovanni Battista nel centro di Caldogno. Vittima del bizzarro blitz avvenuto durante la cerimonia religiosa, sotto gli occhi dell’Altissimo ma non di telecamere di sorveglianza interne alla Casa del Signore, una donna vicentina raccolta in preghiera. Che non ha creduto ai propri occhi una volta tornata ai banchi dove sedeva e dove inavvertitamente, confidando del reciproco senso di carità cristiana, aveva lasciato incustodita la propria borsa. Trattenute le imprecazioni, la malcapitata signora dopo il segno della croce si è recata presso la tenenza dei carabinieri di Dueville, affidandosi agli uomini dell’Arma che hanno a loro volta avviato le indagini dopo aver raccolto la circostanziata denuncia.

Accertamenti conclusi grazie alle immagini dei circuiti di video-sorveglianza comunali e ad alcune testimonianze di altri fedeli presenti alla messa mattutina. Il comportamento di una 40enne del posto, cittadina italiana, evidentemente non era passato del tutto inosservato. Le generalità della sospettata non sono state rese note .

Su di lei pende ora una denuncia per furto e, in caso di condanna, dovrà restituire il maltolto o risarcire la donna gabbata, affrontare il giudizio del Tribunale e, infine, redimersi dei suoi peccati. Difficile prevedere una doppia assoluzione.