La “quarantena” degli arresti domiciliari gli sta stretta: evade 6 volte e finisce in carcere

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Un particolare dell'ingresso della sede dei CC di Dueville, abili a notare l'imbroglio

Poteva “accontentarsi” di un comodo divano nel salotto dell’amico che lo ospitava, mentre da giovedì sera si è dovuto invece accomodare in un letto di prigione. Si trova infatti in carcere un 37enne di origini albanesi che vive tra Thiene e Dueville, già noto come spacciatore alle forze dell’ordine dopo un recente controllo avvenuto meno di un mese e mezzo fa: in suo possesso c’erano 40 grammi di droga, circostanza che gli valse lo scorso 27 maggio una denuncia per detenzione e spaccio di stupefacenti.

In attesa della conclusione delle indagini e dell’istituzione del processo a suo carico il cittadino straniero era stato condotto agli arresti domiciliari in un’abitazione di Dueville, di proprietà di un conoscente, da dove è di fatto evaso per ben sei volte in pochi giorni come documentato dai carabinieri della tenenza locale. In appena 40 giorni.

Il gip Mantovani l’altro giorno, sulla scorta delle segnalazioni dei militari, ha quindi deciso per emettere un nuovo ordine di custodia più restrittivo rispetto le precedenti condizioni, aggravando il regime di sorveglianza con il carcere. Per K.B., quindi, noto pusher della zona che riforniva giovani dell’area contenuta tra Vicenza e l’Altovicentino, si sono spalancati i cancelli della casa circondariale “Del Papa” nel quartiere di San Pio X nel capoluogo berico.

Il fatto principale che lo aveva di recente reso noto alle cronache locali risale appunto agli ultimi giorni di maggio. Dopo aver tentato di fuggire a un controllo di polizia, il 37enne è stato acciuffato dai poliziotti delle Volanti nel capoluogo berico che gli hanno sequestrato la droga in suo possesso e innescato il procedimento di indagini nei suoi confronti. Subito sottoposto agli arresti domiciliari da scontare presso l’abitazione di un suo conoscente a Dueville, il recalcitrante albanese avrebbe poi violato in continuazione il divieto categorico di uscire dalle mura domestiche se non con autorizzazione del giudice.

Nei successivi quaranta giorni di detenzione domiciliare si è poi reso responsabile di almeno sei violazioni delle prescrizioni tassative. Tra queste, oltre al divieto di circolare liberamente all’esterno per i “fatti suoi”, permaneva anche l’imposizione di non frequentare terze persone nè comunicare con nessun altro all’infuori della persona convivente che gli aveva offerto ospitalità. Ordine perentorio anche in questo caso non rispettato. A seguito delle puntuali segnalazioni effettuate dai militari, il giudice per le indagini preliminari ha avuto così gli strumenti necessari per provvedere ad emanare il provvedimento più restrittivo: ora, a tutti gli effetti, oltre al poco invidiabile titolo di indagato, il 37enne risulta a tutti gli effetti anche un detenuto.