Fondo Indennizzo Risparmiatori, al via la presentazione delle domande

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Un'immagine dei risparmiatori in protesta di fronte al tribunale berico

Da oggi 22 agosto è  possibile presentare le istanze di indennizzo al Fondo Indennizzo Risparmiatori, che riguarda anche quelli coinvolti nel crack della Banca Popolare di Vicenza. Lo ha annunciato il Ministero delle Finanze. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto ministeriale, il terzo ed ultimo decreto attuativo relativo al Fondo per gli Indennizzi ai Risparmiatori che hanno subito un pregiudizio ingiusto da parte di banche e loro controllate, da tale data diventa infatti attivo il Portale per la presentazione delle istanze (fondoindennizzorisparmiatori.consap.it).

Come inviare le domande

Sul Portale sarà possibile registrarsi, compilare in modo guidato la domanda in tutte le sue parti, caricare gli allegati richiesti, produrre la domanda compilata in formato pdf da stampare e firmare, caricare la domanda firmata e infine inviarla telematicamente. Le istanze, corredate dall’idonea documentazione, possono essere inviate entro 180 giorni esclusivamente in via telematica utilizzando i moduli presenti sulla apposita piattaforma informatica gestita da Consap.

A chi spettano gli indennizzi

Hanno accesso al Fondo i risparmiatori, persone fisiche, imprenditori individuali, anche agricoli o coltivatori diretti, le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale e le microimprese che occupano meno di dieci persone e realizzano un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiori a 2 milioni di euro, in possesso delle azioni e delle obbligazioni subordinate delle banche poste in liquidazione coatta amministrativa dopo il 16 novembre 2015 e prima del 1° gennaio 2018, a causa delle numerose violazioni degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza, buona fede oggettiva e trasparenza. Gli indennizzi spettano anche ai loro successori mortis causa o al coniuge, al convivente more uxorio o di fatto (secondo quanto previsto dalla legge sulle unioni civili del maggio 2016), ai parenti entro il secondo grado, in possesso di tali strumenti finanziari.

Il Fondo Indennizzo Risparmiatori è finanziato con un miliardo e mezzo di euro che proviene dai cosiddetti “conti dormienti“. Per gli azionisti l’indennizzo sarà del 30% del costo di acquisto delle azioni, inclusi gli oneri fiscali, entro il limite massimo complessivo di 100 mila euro per ciascun avente diritto. Per gli obbligazionisti che avevano acquistato obbligazioni subordinate, l’indennizzo ammonterà al 95% del costo di acquisto delle stesse, inclusi gli oneri fiscali, entro il limite massimo complessivo di 100 mila euro per ciascun avente diritto.

Gli indennizzi saranno automatici per circa il 90% del totale degli aventi diritto, ovvero per chi ha un reddito imponibile inferiore ai 35 mila euro o un patrimonio mobiliare inferiore ai 100 mila. Per gli altri, invece, è previsto un processo di verifica semplificata da parte di una Commissione tecnica istituita presso il Mef. Possono fare domanda i “risparmiatori” in possesso dei titoli indennizzabili, i loro “successori” per causa di morte e i loro “familiari” (entro il secondo grado) che hanno acquisito la titolarità dei titoli indennizzabili. La domanda può essere presentata dagli aventi diritto o dai loro rappresentanti.

Ad essere interessati dagli indennizzi sono più di 200mila ex piccoli azionisti e obbligazionisti che negli anni scorsi sono stati travolti dai fallimenti delle banche del Centro Italia e di quelle venete.