L’Olimpichetto rivive in Basilica: restaurato il teatro itinerante. Mostra gratis per i vicentini

Vicenza illumina il suo Natale con l’inaugurazione di “Olimpichetto. Il ritorno di un ambasciatore”, il nuovo evento espositivo in Basilica Palladiana, aperto fino al 22 febbraio del nuovo anno e gratuito per i vicentini, che restituisce alla città la ricostruzione della scenografia del Teatro Olimpico realizzata in scala quasi naturale a Vicenza nel 1948 per portare nel mondo l’Edipo Re diretto da Guido Salvini. Una straordinaria macchina scenica in legno, tela e stucco, pensata per essere smontata e viaggiare, che ha toccato teatri internazionali, da Londra a Parigi, da Berlino a Buenos Aires, diventando un vero ambasciatore della cultura vicentina.
Con l’apertura della mostra “Olimpichetto. Il ritorno di un ambasciatore”, Vicenza ritrova un pezzo perduto della sua anima. La scenografia, che è stata conservata negli ultimi anni dal settore provveditorato nei magazzini comunali, fa parte di un progetto espositivo che è stato ideato e promosso dal Comune di Vicenza con la co-organizzazione di Intesa Sanpaolo ed è curato da Musei Civici Vicenza, Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza e Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio.

L’evento espositivo, corredato da una narrazione con testi immagini e video, è stato inaugurato venerdì dal sindaco di Vicenza Giacomo Possamai e da Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo e Direttore Generale Gallerie d’Italia, con l’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin, la direttrice dei Musei civici di Vicenza Valeria Cafà e il curatore della mostra Ivan Stefanutti. Presente anche Susanna Egri, la ballerina oggi novantanovenne che danzò alla prima di Olimpichetto nell’Edipo Re presentato a Londra nel 1948.
Natale all’insegna di Andrea Palladio
“A Vicenza questo Natale sarà all’insegna di Andrea Palladio. Nella Basilica Palladiana i visitatori possono scoprirne la storia, calcarne le scene e assistere agli spettacoli allestiti per far rivivere questo straordinario ambasciatore della nostra cultura – ha spiegato il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai – Tutto questo è stato possibile grazie anche all’ufficio provveditorato che ha conservato Olimpichetto nei magazzini comunali negli ultimi anni fino a poco tempo fa, quando abbiamo deciso di riportare alla luce una scenografia la cui storia viene raccontata in Basilica Palladiana nei prossimi mesi”.
“Far tornare protagonista Olimpichetto significa continuare ad avere a cuore il patrimonio artistico e culturale del Paese. Con particolare convinzione affianchiamo l’amministrazione Comunale di Vicenza nel dare nuova vita ad un ambasciatore della cultura italiana”, ha detto Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo e Direttore Generale Gallerie d’Italia.

“È una grande giornata di festa per la città: celebriamo la restituzione di Olimpichetto e della sua storia, ma anche un Natale all’insegna della cultura, con due importanti mostre, a Palazzo Chiericati e in Basilica Palladiana, ideate e coordinate internamente dai Musei Civici e con una terza esposizione a Palazzo Cordellina curata dalla Biblioteca Bertoliana”, ha commentato Ilaria Fantin, assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città.
L’inaugurazione è stata preceduta dall’esibizione sul palco di Olimpichetto di Marco Pelle, vicentino, coreografo del New York Theatre ballet. Il balletto “Safe from sleep”, spettacolo di 9 minuti, con la musica Spiegel Im Spiegel di Arvo Pärt, sarà ripetuto domenica 21 dicembre alle 18 e alle 19 (ingresso libero su prenotazione).
I visitatori potranno apprezzare la sorprendente scenografia assistendo anche al concerto “Oratorio de Noël” di Camille Saint Saëns per soli coro e orchestra, organizzato da “Concetto Armonico Aps” – del Festival “Vicenza in Lirica” con la direzione artistica Andrea Castello (posti esauriti per sabato 20 dicembre alle 18, posti disponibili per sabato 20 dicembre alle 16.15, prova generale).
Un teatro itinerante nato dalle macerie della guerra
Olimpichetto nasce in una città ferita dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, bombardamenti che avevano distrutto il Teatro Verdi e il Teatro Eretenio e gravemente danneggiato la Basilica Palladiana, privata della celebre copertura lignea. Per salvare il Teatro Olimpico, le statue furono sotterrate e le scenografie lignee di Vincenzo Scamozzi smontate e trasferite al sicuro: il loro rimontaggio fu completato solo nel 1946.
In questo contesto di ricostruzione materiale e morale, Guido Salvini, figura chiave del teatro italiano tra le due guerre, regista del Maggio Musicale Fiorentino e collaboratore di Luigi Pirandello, matura l’idea di trasformare il patrimonio palladiano in una forma teatrale itinerante. Per l’Edipo Re che porta finalmente in scena al Teatro Olimpico nel settembre 1948, fa realizzare una copia smontabile del boccascena palladiano: nasce così Olimpichetto, un piccolo grande teatro pensato per viaggiare.

Dall’Edipo Re a Londra e Parigi ai palcoscenici del mondo
La prima trasferta di Olimpichetto è al Cambridge Theatre di Londra il 4 ottobre 1948, portato in tournée dalla compagnia teatrale italiana della Biennale di Venezia, diretta da Guido Salvini, che schiera interpreti affermati e giovani promesse come Vittorio Gassman e Nino Manfredi. Lo spettacolo approda poi a Parigi, al Théâtre Sarah-Bernhardt (oggi Théâtre de la Ville), trasformando Olimpichetto in un vero ambasciatore internazionale del teatro italiano e dell’architettura vicentina.
Dagli anni Ottanta i viaggi riprendono: la scenografia itinerante tocca Lisbona, Madrid, Berlino, Ludwigshafen am Rhein, Houston, Buenos Aires, oltre a numerosi teatri italiani, fino ai primi anni 2000, quando viene ricoverata nei magazzini comunali e progressivamente dimenticata. Del suo primo viaggio abbiamo la fortuna di aver potuto intervistare l’unica testimone rimasta: la ballerina Susanna Egri (classe 1926), pioniera della danza moderna in Italia, allora giovanissima interprete nello spettacolo diretto da Salvini.
Nella video-intervista presente in mostra, Egri rievoca episodi, volti e perfino un curioso intervento di Sir Laurence Olivier per risolvere un’emergenza costumi durante la tappa londinese, restituendo al pubblico il clima vivo e avventuroso di quel primo “teatro viaggiante”.
Palladio dentro Palladio: un dialogo tra il primo e l’ultimo Palladio
Allestire Olimpichetto nel Salone della Basilica significa riunire il primo e l’ultimo cantiere di Andrea Palladio: la Basilica, cuore della vita civile e mercantile della città, e il Teatro Olimpico, spazio dell’umanesimo cittadino. Prima dell’inaugurazione dell’Olimpico, proprio in Basilica Palladiana Palladio aveva sperimentato apparati scenici effimeri per spettacoli e feste, vere e proprie prove generali di architettura teatrale.

Un restauro che si fa scuola
Prima dell’allestimento, Olimpichetto è stato oggetto di un importante intervento di pulitura, consolidamento e reintegrazione cromatica, concordato con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza e affidato alle docenti e agli allievi di Engim – Professioni del Restauro, nell’ambito della formazione del “tecnico del restauro di beni culturali”.
Per un mese circa una dozzina di allievi, guidati dalle docenti Alessandra Sella, Umberta Trevelin e Tecla Nicosia, hanno lavorato su strutture lignee, tele, cartapesta e polistirolo segnati dall’uso e dall’abbandono: polvere, cadute di colore, tele lacerate, attacchi biologici. L’intervento, rigorosamente documentato, è diventato un vero cantiere-scuola, occasione di confronto sui temi complessi del restauro delle opere polimateriche e, al tempo stesso, un’esperienza corale che ha unito generazioni e saperi.
Eventi
Da gennaio è in programma un calendario di eventi dal vivo sul palco di Olimpichetto: spettacoli, musica, incontri ad ingresso libero su prenotazione (programma nel sito www.mostreinbasilica.it).

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