Ieri la veglia, oggi l’addio a Giorgia, la studentessa e atleta di 17 anni investita in Usa

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

E’ trascorso quasi un mese ormai da quel terribile giorno in cui Giorgia Trocciola è stata investita mortalmente da una jeep condotta da un coetaneo, negli Stati Uniti. Mercoledì 22 marzo 2023. Era una mattina, in Colorado, quando di fronte alla Doherty High School si è reciso un fiore appena sbocciato mentre la 17enne si recava a scuola, a piedi, mentre stava attraversando la strada su un passaggio pedonale. In Italia, invece, si era nel pomeriggio.

Un incidente mortale per investimento colposo che, subito, ha sconvolto una famiglia vicentina a quasi 10 mila chilometri di distanza dal luogo dove è avvenuto. E in generale chi la brillante Giorgia la conosceva e le era amica e la seguiva da Vicenza e dintorni in questa esperienza di vita e di scambio negli studi nello Stato del Colorado, iniziata lo scorso 10 agosto e conclusa tragicamente anzitempo.

Solo oggi, i genitori della studentessa dell’Istituto Canova e quanto vorranno portare un segno potranno renderle omaggio e rivolgerle quel saluto terreno che una comunità, anzi più di una in verità, si appresta a darle nella chiesa di Cavazzale, alle 16, nel Comune di Monticello Conte Otto. Giorgia Trocciola con mamma e papà e la sorella viveva a Bolzano Vicentino, a poche decine di metri dal confine tra i due Comuni, ma proprio qui dove viene salutata oggi aveva intessuto buona parte dei legami sin da bambina. Lutto cittadino molto sentito nella cittadina dell’hinterland di Vicenza che ospiterà le esequie, si ferma anche la classe frequentata fino a giugno di Liceo Artistico, dove i compagni non vedevano l’ora di ritrovarla dopo l’estate per farsi raccontare a voce l’esperienza americana.

Invece, oggi pomeriggio, staranno intorno alla bara con la salma dell’amica, rientrata in Italia nei giorni scorsi dopo quasi quattro settimane in ragione delle indagini in corso a Colorado Springs, oltre ai cavilli burocratici legati alle pratiche di rimpatrio internazionale. In verità quasi tutti erano già sui banchi della chiesa ieri sera, nel corso della veglia, in cui alcuni tra questi hanno avuto il coraggio di ricordare Giorgia, chi a parole, chi con un gesto, chi con un dono. Testimonianze e ricordi anche intimi che hanno commosso e insieme reso al meglio l’idea di chi fosse realmente Giorgia, un uragano di voglia di vivere. Le sue uniformi del softball, lo sport che praticava da atleta di talento, sono state appoggiata sul feretro, così come altri oggetti a lei cari, e a una sua immagine.

Oggi a fare “squadra” intorno a papà Gianfranco Trocciola, alla madre Marialuisa Grego e alla sorella Azzurra saranno qui in tanti, tra questi i componenti della famiglia americana che la ospitava, là dove sorgerà anche un Memoriale in ricordo. In Usa, le stesse preghiere e gli stessi pensieri per Giorgia, formulati in lingua inglese ma di identico valore e intrisi di tristezza tra coloro che nell’High School in 7 mesi e mezzo di permanenza avevano avuto il piacere di sorridere con Giorgia, una ragazza che qualcuno ha definito in positivo come travolgente, coniando in sua memoria perenne l’hastag #LLG, Live Like Giorgia, “Vivi come Giorgia”. Con il sorriso.

Un selfie scattato da Giorgia insieme alle compagne di squadra del softball in Usa