Nutrie uccise a fucilate a Parco Querini: esplode la polemica

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Fa discutere a Vicenza la notizia dell’abbattimento, nei giorni scorsi, con armi da fuoco di 12 esemplari di nutrie a Parco Querini. Lo scorso 17 dicembre, infatti, il più grande parco cittadino era stato chiuso e sui cancelli è apparso un cartello: “Avviso al cittadino. Venerdì 17 dicembre 2021 il parco chiuderà alle 15 per manutenzioni. Grazie dell’attenzione”. Alcuni cittadini hanno poi visto (e postato sui social) due persone con i fucili puntati dentro al parco ed è scattata la polemica. Ad imbracciare le armi sarebbero stati gi operatori della polizia provinciale.

Va detto che la Giunta Regionale nel luglio scorso aveva individuato alcuni metodi per il controllo di questi grandi roditori e quel Piano regionale era stato approvato a maggioranza in Terza commissione consiliare su proposta dell’assessore al territorio e alla caccia, Cristiano Corazzari: vietati i veleni e le gabbie no, consentite le armi da fuoco e il monossido di carbonio ad alta concentrazione.

Sulla questione sono intervenuti ora a Vicenza anche Coalizione Civica ed Europa Verde, rispettivamente con il consigliere comunale Ciro Asproso e il co-portavoce provinciale Mattia Stella. “Sopprimere – afferma Asproso – animali in un parco cittadino, per quanto chiuso ufficialmente per ‘manutenzione’, con l’utilizzo di fucili è una azione rischiosa che si poteva evitare. Se l’amministrazione comunale e quella provinciale ritengono che gli argini siano messi in pericolo dalla presenza delle nutrie, vi sono oggi alternative meno invasive e crudeli delle fucilate, soprattutto tenendo conto che in questo modo si mettono in pericolo anche le altre specie animali presenti nel parco”. Aggiunge Stella: “Premesso che sarebbe importante verificare la qualità della manutenzione che gli organi competenti eseguono sugli argini di fiumi, laghi, la pratica degli abbattimenti rischia di essere una soluzione a breve termine, poiché molto spesso altri esemplari tendono a ricolonizzare gli spazi lasciati vuoti, riproponendo quindi il problema. Alcuni studi – prosegue Stella – dimostrano come la nutria tende a scavare le sue tane in argini con pendenza dai 45° ai 90°, intervenendo quindi sulla inclinazione e sulla vegetazione, si possono ridurre i rischi. Inoltre, oggi esistono azioni di contenimento della proliferazione delle nutrie decisamente più efficaci e meno cruenti rispetto all’abbattimento. Vi sono anche organizzazioni ed aziende capaci di garantire una cattura costante e non crudele, riequilibrando la popolazione. Inoltre, la sterilizzazione delle nutrie costituisce una alternativa indolore e utile nel ridurre drasticamente la loro presenza in una specifica area. Una volta rese non prolifiche, le nutrie non avvertono più il bisogno di scavare nuove tane per accogliere i cuccioli”.

Conclude Asproso: “La manutenzione dei parchi cittadini è una azione importante e che richiede l’impiego di maggiori risorse da parte della Amministrazione comunale. Il coinvolgimento delle associazioni animaliste e dei loro volontari può garantire una maggiore efficacia delle misure atte a contenere una eccessiva proliferazione di alcune specie e a questo proposito, ricordo che da quasi un anno è ferma una mia mozione per la creazione di una Consulta del Verde. Mi chiedo se l’amministrazione si sia mai rivolta alle associazioni del territorio prima di invocare l’abbattimento mediante fucili, un’azione che ha suscitato allarme e preoccupazione anche tra gli abitanti della zona”.

Sul fatto interviene anche il consigliere regionale Andrea ZAnoni (Pd): “Non è necessario fare strage di nutrie in un parco pubblico: si possono catturare e poi sterilizzare, coinvolgendo nelle operazioni le associazioni animaliste, a partire dall’Enpa, l’Ente nazionale protezione animali, come avevano chiesto e come già accaduto in passato. Invece per qualcuno sparare resta la soluzione ad ogni problema”.  “Trovo degradante che un parco pubblico, frequentato abitualmente da bambini, venga trasformato in Far west. Il Piano di eradicazione della nutria prevede molte alternative alle fucilate, perché nessuno le ha prese in considerazione? Se rappresentano un problema per gli argini possono essere catturate e magari spostate in aree di privati disponibili ad accoglierle, incluse quelle della stessa Enpa. Purtroppo c’è chi ha in mente soltanto il fucile, pensiamo alle proposte di legge per la caccia all’orso, al lupo o per la caccia in deroga. Trovo indecente e insostenibile dal punto di vista non solo ecologico ma anche sociale che ci sia gente armata pronta a sparare nei parchi pubblici per ammazzare animali inseriti dall’uomo. Azioni cruente come queste non portano mai nulla di buono, la violenza gratuita sugli animali, di ogni specie, può avere solo ripercussioni negative, le polemiche e proteste di questi giorni lo dimostrano”.