I richiedenti asilo protestano in prefettura: “Ci proibiscono di comprare da soli gli alimenti”

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Richiedenti asilo in servizio civico, volontario (foto di archivio)

Domattina alle 11 richiedenti asilo provenienti da tutta la provincia si recheranno in prefettura, accompagnati da sindacalisti dell’organizzazione Usb, per chiedere un diverso trattamento di accoglienza. In particolare gli stranieri ospitati nei Cas (Centri di accoglienza straordinaria, sigla con cui su indicazione ministeriale sono stati ribattezzate molte delle strutture di accoglienza del Vicentino e in generale in Italia) lamentano come le cooperative sociali e le associazioni che gestiscono l’accoglienza da qualche tempo non permettano più loro di gestire direttamente la spesa per gli alimenti.

A renderlo noto è il sindacato stesso, assieme all’associazione Senza Confini: “In prefettura esprimeranno il forte disagio provocato dai cambiamenti (secondo loro peggiorativi e ingiustificati) introdotti inaspettatamente all’inizio di ottobre nella gestione del servizio pasti nelle unità abitative di “accoglienza diffusa” (quelle con meno di 20 persone). I gestori si giustificano dicendo di avere ricevuto “l’ordine scritto” da parte della prefettura, e che la stessa cosa sta succedendo dappertutto in Italia perché tale direttiva proverrebbe dal ministero. In pratica si tratta della “proibizione” di dare agli utenti la possibilità di gestirsi da soli la spesa, dando loro una somma mensile adeguata (e formalmente concordata, nonché monitorata) a tale scopo”. La cifra normalmente in uso “anche nei Cas, fino al mese scorso, è di 125 euro mensili a testa: 30 euro a settimana”.

Il sindacato rileva che al contrario nelle strutture affiliate allo Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), gestite direttamente con il coordinamento dei Comuni e attive nell’accoglienza di persone che il permesso d’asilo l’hanno già ottenuto, agli ospiti le somme vengono erogate direttamente ed è lasciato a loro stessi l’onere di gestirsi l’acquisto degli alimenti. “Viene considerato un modo corretto per sviluppare l’autonomia e l’integrazione sociale degli ospiti. A noi – insiste Usb – sembra assurdo questo “doppio binario” fra centri di prima accoglienza, Cas e Sprar. Sentiremo cosa ci dice nel merito la Prefettura di Vicenza, e se sarà possibile trovare un compromesso accettabile, in attesa di una soluzione più generale del problema”.