Ritardarono le cure: genitori a processo per omicidio volontario per la morte del figlio


Andranno a processo con la gravissima accusa di omicidio volontario, con eventuale dolo, per la morte del figlio 13enne in ospedale a Vicenza a inizio 2024. Il ragazzo era malato di una forma molto aggressiva di cancro e, per la Procura, padre e madre (una coppia di cinquetenni) avrebbero ritardato le cure chemioterapiche al figlio adolescente. Per questo compariranno il prossimo 21 ottobre davanti alla Corte d’Assise di Vicenza.
La vicenda è molto complessa e delicata e il primo a dare la notizia, poi ripresa anche dalla stampa nazionale, era stato Il Giornale di Vicenza. A segnalare il caso all’autorità giudiziaria erano stati i servizi sociali di un Comune della provincia di Vicenza e il fasciolo era già al vaglio della procura dei Minori.
Le prime avvisaglie della malattia, con la drammatica diagnosi di tumore metastatico, risalivano a un anno prima della morte del 13enne, nella primavera 2023: una diagnosi terribile, uncancro letale e aggressivo, per la quale i medici dopo alcuni consulti avevano prescritto un protocollo d’urto, un ciclo di chemioterapie, per tentare di arginare l’avanzare della malattia. Data la gravità della situazione, va detto, probabilmente le possibilità di guarigione erano ridotte. I genitori, però avevano deciso di far slittare le cure di un mese e di sentire altri specialisti, ben cinque. Era così scattata la prima denuncia: il pm aveva aperto un fascicolo e aveva nominato un consulente che aveva visitato il 13enne, evidenziando nella sua relazione una serie di omissioni da parte dei familiari per valutare altri protocolli di cura con metodi alternativi, compresi impacchi di argilla e la residenza in una struttura in Toscana specializzata in cure non convenzionali. I genitori avevano fornito alla Procura la cartella clinica del ragazzo ed erano stati interrogati. A un anno dalla prima diagnosi e a un paio di settimane dagli accertamenti il ragazzo era però morto in ospedale.
Nel maggio scorso si erano concluse le indagini della Procura, che ne aveva chiesto il rinvio a giudizio. Gli avvocati della coppia, Lino e Jacopo Roetta del foro di Vicenza, avevano chiesto il non luogo a procedere per entrambi gli imputati oppure un processo con rito abbreviato che avrebbe comportato la derubricazione dell’ipotesi di reato. Ieri il giudice per l’udienza preliminare Giulia Poi ha invece fissato l’avvio del processo con l’ipotesi più grave per il prossimo 21 ottobre, alla presenza di giudici togati e popolari, come prevede il codice penale.
I legali della famiglia, gli avvocati Lino e Jacopo Roetta, contestano l’accusa di omicidio, in quanto la famiglia avrebbe fatto quanto possibile per curare il figlio e sarebbe stato lo stesso consulente della procura ad affermare che le cure al tredicenne avrebbero solo posticipato il decesso di due tre mesi, senza possibilità di cura.
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