Campo da calcio di via Da Ponte: flash mob domani contro l’ordinanza del sindaco

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Infuria la polemica a Sandrigo dopo l’ordinanza del sindaco Giuliano Stivan che vieta l’accesso al campetto da calcio di via Jacopo Da Ponte alle persone con più di 14 anni. Una decisione che mira neanche troppo velatamente a colpire i ragazzi richiedenti asilo degli hotel Ginia e Canova, che a gruppi di 20-30 frequentano lo spazio con assiduità per giocarci partite di calcio.

Domani alle 15 con un tam tam via social e whatsapp è in programma nel campetto una partitella fra “over 14”, autoconvocata dai cittadini pronti a farsi multare perché contrari a una ordinanza ritenuta discriminante e illegale: un flash mob che mette insieme le ragioni dei residenti che hanno figli con più di 14 anni e che voglio poter usare il campo, e quelle di altri cittadini che ritengono che l’ordinanza sia razzista. I promotori lanciano un appello: “Venite anche se siete “vecchi” e portate i vostri figli e/o fratelli e sorelle che vogliono giocare a calcio!”.

Intanto su Facebook si moltiplicano le prese di posizione: da chi ricorda che ultimamente gli ospiti dei due alberghi venivano già solo due tre ore al pomeriggio a chi chiede più controlli e meno divieti, chi parla di  propaganda sulla pelle della gente, chi annuncia di aver già contattato Striscia la Notizia e le Iene, chi la definisce una cattiveria, fino alla solita frase “tornino a casa loro”.

Il parroco, don Giovanni Sandonà, intanto puntualizza: non è vero, come apparso su qualche testata locale, che venerdì mattina ha aperto le porte del campo da calcio parrocchiale ai richiedenti asilo per stemperare gli animi. “Un anno fa – spiega – è giunta in parrocchia una richiesta formale scritta da parte della cooperativa che gestisce l’ex hotel Virginia, allora era Terrabase, ci hanno fatto richiesta scritta per poter utilizzare il campo da calcio il venerdì mattina e il coordinamento di comunità ha risposto positivamente, quindi non si tratta di una disponibilità legata all’ordinanza di questi giorni”.