Soppresso il treno diretto Vicenza-Roma. Possamai chiede alla Regione di farsi sentire

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La stazione dei treni di Vicenza

“Si tratta di un pessimo segnale, fuori dal binario dello sforzo comune per tutelare e rilanciare l’economia dei nostri territori, messi a dura prova dalla pandemia e dalle conseguenze del conflitto. Se la mobilità è uno dei fattori cruciali di competitività, con la decisione di Trenitalia di sopprimere l’unico diretto che collega Vicenza alla capitale si compie un passo indietro inaccettabile. Il messaggio che passa è che Vicenza perde un altro pezzo di centralità, schiacciata tra gli altri capoluoghi del Veneto”.

La presa di posizione è del capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale Veneto, Giacomo Possamai.

“Avere adeguati collegamenti con Roma, per sua natura luogo decisionale, è essenziale per ogni realtà geografica. Innanzitutto per chi opera a livello imprenditoriale, manageriale, di rappresentanza politica, sindacale, associativa. E vale, in generale, come diritto di tutti i cittadini a poter fruire di un trasporto pubblico in grado di tenere assieme il Paese. Per quanto riguarda in particolare Vicenza e il vicentino, un treno al giorno per Roma è meno del minimo sindacale per un territorio con la nostra centralità produttiva ed economica. Il punto vero sarebbe individuare orari più sensati, con almeno un treno che parte presto la mattina e uno che rientra tardi nel pomeriggio, perché il treno con gli orari attuali era difficilmente utilizzabile per chi scendeva a Roma per ragioni di lavoro”.

In conclusione l’esponente dem lancia un appello: “Auspico, ma non nutro dubbi, che tutto il fronte politico si ritrovi allineato attorno a questa vicenda. Credo tuttavia che la partita, non solo del ripristino del treno diretto ma del rafforzamento dei collegamenti tra Vicenza e Roma, debba giocarsi mettendo in rete tutte le istituzioni e facendo fronte comune. Un ruolo importante in questo senso lo deve giocare necessariamente anche la Regione Veneto. Bisogna esigere rispetto e non subire decisioni unilaterali in nome di calcoli al risparmio che, a cascata, generano danni pesanti al sistema veneto”.