Focolaio in casa di riposo dopo il primo vaccino: 25 anziani contagiati

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La sede della Rsa "Godi Sgargi" di Torri di Quartesolo

Era stato chiarito fin da subito: il vaccino Pfizer/Biontech offre la propria copertura al Covid-19 da 7 giorni dopo la seconda inoculazione delle dosi, e non sarebbe bastata la prima inoculazione a proteggere i beneficiari. Purtroppo è una residenza per anziani del Vicentino a fornire una prima conferma, dopo che una decina di giorni fa è emerso un focolaio alla casa di riposo “Godi Sgargi” di Torri di Quartesolo, inaugurata 60 anni fa e quindi tra le più antiche della zona. Dove si registra già una vittima, peraltro un ospite già sofferente per altre gravi patologie. A “cadere” una delle poche Rsa vicentine superstiti che aveva resistito fino ad oggi tra le residenza Covid-free.

Gli operatori sanitari incaricati dall’Ulss 8 Berica non hanno fatto in tempo a somministrare il secondo vaccino, che era in programma lo scorso 3 febbraio, proprio a causa del timore di casi di coronavirus nella struttura di via Roma, a due passi dal ponte sul Tesina. La fondatezza dei sospetti di “intrusione” del virus sono stati poi confermati, seguendo il rigido protocollo fissato dal Ministero della Salute, già da fine gennaio. Non più un caso isolato, però, ma una proliferazione importante di nuovi anziani non autosufficienti accolti a Torri, risultati infetti con tutti i rischi connessi alla circolazione interna dell’epidemia. Il primo “round” di somministrazione del vaccino, invece, era andato a buon fine il 12 gennaio scorso senza intoppi.

La maggior parte degli ospiti della Rsa di Torri di Quartesolo, 25 su 45 totali, ha contratto il Covid-19 nei giorni scorsi. A questi va aggiunto inoltre un solo operatore. Nonostante non ci sia stato alcun allentamento nelle misure di sicurezza, protezione e prevenzione nella struttura, come garantito dal presidente Edoardo Da Roit in un’intervista alla stampa locale. Ognuno dei dipendenti e dei collaboratori ha fatto quanto veniva richiesto, ma come già avvenuto in decine di case di riposo del Veneto non è bastato per scongiurare l’assalto di un male oscuro che attanaglia le vite più fragili: il Covid-19 a volte trova il modo di infiltrarsi tra le maglie più strette delle barriere preventive erette per respingerlo.

A essere sottoposti alla seconda tornata di vaccinazioni saranno solo gli anziani che supereranno indenni il focolaio in corso, che non dovrebbe – ma il condizionale è d’obbligo in queste situazioni delicate – riservare altre “sorprese”, dopo aver posto in isolamento i malati (non gravi) e le persone del tutto asintomatiche. Con esclusione dell’unico decesso registrato, non ci sarebbero a sabato situazioni che destano la necessità di ricovero ospedaliero. Questa è la bella notizia che compensa in parte lo scoramento dei primi di febbraio, anche se solo il trascorrere dei prossimi giorni potrà allentare la tensione e la preoccupazione comprensibili.

Il rinvio del secondo step di vaccino che si è reso necessario per completare lo screening straordinario e per iscrivere chi può ricevere e chi invece dovrà rinunciarvi, dovrebbe portare al richiamo slittato entro una settimana, durante la quale si attendono anche le prime negativizzazioni di chi ha contratto la malattia. Pronta, infatti, la nuova tornata di tamponi.