Un’estate in secca. Paolo Ronco (Centro Rive): “Ci sarà sempre meno acqua”

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Si prepara un’estate drammatica, di forte crisi idrica, tanto che i Comuni (ad esempio Arzignano) stanno già ora emettendo ordinanze per il risparmio idrico. Nel nord Italia non ha piovuto per 110 e le precipitazioni di inizio aprile e di oggi sicuramente non placano la sete di acqua dei campi e delle falde idriche: il calo è dell’80% e per recuperare la pioggia non caduta negli ultimi mesi, dovrebbe piovere più del triplo rispetto quanto avvenuto. Difficilmente la pioggia di questi giorni, infatti, servirà a mitigare i problemi causati da uno dei più lunghi periodi senza precipitazioni che siano mai stati registrati negli ultimi decenni.

Non è piovuto, ma non è neppure nevicato. Vengono così a mancare i due elementi fondamentali che garantiscono la ricarica delle falde idriche del vicentino. Lo sa bene Paolo Ronco, direttore del Centro RIVE, che fornisce a gestori idrici e istituzioni conoscenza tecnico-scientifica su qualità, disponibilità e tutela delle risorse idriche nel Veneto. Nato nel 2019 per volontà di Viacqua ed Etra, il centro è un soggetto strategico per il monitoraggio e lo studio delle falde acquifere e dei sistemi idrologici del Veneto centrale.

Ingegner Ronco, cosa dicono i dati del periodo che stiamo attraversando?
“Negli ultimi anni, anche a causa del cambiamento climatico sempre più evidente, vengono riscontrate sostanziali criticità in alcune aree della rete di captazione di Viacqua, in particolare nelle aree montane e pedemontane dalle quali vengono prelevati circa 20 milioni di metri cubi annui. All’inizio di marzo, per dare un dato esemplificativo, dalla sorgente Montagna Spaccata che rifornisce i comuni della valle dell’Agno, sono fuoriusciti circa 90 litri di acqua potabile al secondo (l/s), anziché 220 come normalmente accadeva, con una riduzione di portata pari al 60%. Se guardiamo i numeri di Arpav, invece, a febbraio sono caduti in Veneto mediamente 29 millimetri di pioggia rispetto ad una media del periodo 1994-2021 di 62, con una riduzione del 52%.  Si tratta del terzo mese consecutivo in cui piove esattamente la metà di quanto previsto per la stagione in corso. Dallo scorso ottobre sono caduti 151 mm di pioggia in meno e recuperare ad oggi significherebbe avere nel mese di marzo il triplo delle piogge mediamente previste per questo periodo. All’orizzonte, però, anche in questi giorni, dopo alcune precipitazioni le previsioni mettono ancora giorni di bel tempo”.

Manca anche la neve.
“Si. Anche le precipitazioni e gli accumuli nevosi sono ben al di sotto delle medie stagionali, con una riduzione del 50% nelle Prealpi (pari a -160 centimetri). L’accumulo nevoso invernale è particolarmente importante per assicurare un’adeguata ricarica delle falde e soddisfare i consumi estivi di acqua potabile. Le riserve nivali sono ancora assai scarse e poco superiori ad un mese fa, con soli 55-75 millimetri cubi di disponibilità nel bacino del Brenta-Bacchiglione”.

Questo immagino ci presenti una prospettiva già dal breve periodo di grande siccità.
“Esattamente, basti pensare che in pianura Viacqua preleva tramite pozzi circa i 2/3 delle forniture annuali di acqua, ma anche qui è chiaro che stiamo già sottoponendo le falde ad un sovra-sfruttamento. Negli ultimi 50 anni i livelli di falda sono calati di quasi 2 metri e le sempre più scarse precipitazioni non consentono un’opportuna ricarica di questi grandi serbatoi naturali. In supporto a questa azione non possono arrivare nemmeno i fiumi, che a loro volta presentano un calo dei livelli di portata dei fiumi di più del 40%”.

Che estate si prospetta quindi?
“L’impatto del cambiamento climatico sull’Italia è particolarmente rilevante perché il nostro Paese si colloca all’interno della regione Mediterranea che rappresenta uno dei cosiddetti hot-spot di tale dinamica, ossia un’area ad alta vulnerabilità, con un surriscaldamento più rapido rispetto ad altre zone e con una accentuata volatilità inter-annuale nei valori medi di temperature e precipitazioni. Si prospetta una riduzione della quantità della risorsa idrica rinnovabile, rendendo sempre più critico il mantenimento dell’equilibrio tra domanda e offerta, in particolare nei mesi estivi, quando l’aumento delle temperature renderà più evidente la scarsità della risorsa”.

Cosa possono fare i gestori idrici?
“Accanto alla promozione di comportamenti volti alla tutela e al risparmio di acqua, quello che Viacqua sta già facendo come gestore idrico è organizzare la rete in sistemi idrici interconnessi in modo da assicurare la continuità del servizio. Quando una fonte di approvvigionamento cala o per qualche motivo deve essere scartata, vengono attinti maggiori quantitativi da altre fonti connesse. Di pari passo si cercherà anche di individuare nuovi fonti di approvvigionamento, intensificando ulteriormente l’attività di ricerca perdite lungo gli oltre 5 mila chilometri di acquedotto in gestione. Tutelare la risorsa idrica significa anche agire sulla rete fognaria, per ridurre l’infiltrazione di acque parassite che rendono meno efficaci i processi depurativi, aumentando di pari passo il rischio di sversamenti in ambiente in presenza di eventi piovosi particolarmente intensi e la conseguente contaminazione di quelle stesse acque, quelle fluviali, essenziali per ricaricare la falda. E’ anche necessario intervenire con una visione di lungo termine, attraverso progetti strutturali e integrati che abbiano la tutela e la salvaguardia della risorsa idrica come fattore qualificante. Penso soprattutto alle casse di espansione e di laminazione delle piene che possono essere utilizzate anche per la ricarica della falda, oppure, al contrario, progetti di sistemazione irrigua che rischiano di compromettere la dispersione in falda di importanti quantitativa di acqua, contribuendo cosi, loro malgrado, ad accentuare il depauperamento della stessa”.

E i cittadini?
“Per fare la differenza, spesso serve partire da comportamenti quotidiani che diamo per scontati. Il Vicentino è un territorio in cui lo spreco è piuttosto contenuto. Si registra infatti un consumo medio pari a 180 litri al giorno per abitante, rispetto ad una media nazionale che supera i 250. Ecco allora una sorta di breve vademecum per ridurre le nostre abitudini più energivore. Riparare il rubinetto o il water che gocciolano: non sottovalutare le piccole perdite, perché al ritmo di 60 gocce al minuto si sprecano 2.000 litri d’acqua in un anno. Controllare periodicamente il contatore: è indispensabile controllare il proprio contatore con i rubinetti chiusi e gli elettrodomestici spenti. Se l’indicatore gira, è meglio richiedere l’intervento di un idraulico per controllare l’impianto: ci potrebbe essere una perdita. Installare lo scarico differenziato: quasi il 30% dell’acqua consumata in un’abitazione viene utilizzata dallo sciacquone del wc che, ogni volta, ne fa uscire circa 8-10 litri. Chi non l’ha già fatto, installi la cassetta del wc con lo scarico differenziato. Vietato anche gettre rifiuti nel wc. Usare il frangi getto: installare sui rubinetti di casa un semplice frangi getto può far risparmiare fino al 50% d’acqua. Bisogna ricordarsi di pulirlo periodicamente. Chiudere il rubinetto quando ci si lava le mani o i denti, quando ci si rade ci si insapona o si fa lo shampoo: aprire il rubinetto solo quando serve permette di risparmiare una gran quantità d’acqua. Usare la lavatrice e la lavastoviglie a pieno carico: usare gli elettrodomestici possibilmente a pieno carico e dosare correttamente il detersivo per il lavaggio ci permette di risparmiare acqua e di inquinare meno. Pulire le verdure lasciandole a mollo e riutilizzando l’acqua del lavaggio per innaffiare le piante: in questo modo si possono risparmiare anche mille litri d’acqua in un anno. Preferire la doccia al posto del bagno nella vasca: fa risparmiare fino al 75% dell’acqua. Lavare l’auto all’autolavaggio: per lavarla con la canna dell’acqua servono più di 100 litri d’acqua e l’acqua sporca può danneggiare l’ambiente. L’acqua fresca da bere va tenuta in frigorifero: non lasciar scorrere l’acqua dal rubinetto perché si rinfreschi, meglio tenerne una caraffa in frigorifero”.