Rucco (Provincia): “Bandiere a mezz’asta”. Bergamin (Cgil): “Rammarico e rabbia non bastano”

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“Incredulità e rabbia. Tanta rabbia”. Sono questi i sentimenti che ha provato il presidente della Provincia di Vicenza Francesco Rucco alla notizia del femminicidio avvenuto oggi a Montecchio Maggiore. Alessandra  Zorzin, di soli 21 anni è stata assassinata con un colpo di pistola ad appena pochi giorni dall’uccisione a freddo di Rita Amenze a Noventa Vicentina.

“Due giovani vite spezzate. Non importa quali sono i moventi, perché una cosa è certa: la colpa è solo di persone violente che si impongono con la forza. Non possiamo, come amministratori pubblici, chiamarci fuori da quello che sta succedendo. Dobbiamo reagire con forza. Dobbiamo fare squadra con la comunità per mettere all’angolo i violenti, emarginarli, sconfiggerli. Facciamolo assieme, facciamolo per ricordare chi non c’è più e per tutelare chi vive situazioni di rischio e di fragilità. Facciamolo per le nostre mamme, le nostre sorelle, le nostre figlie, le nostre amiche. Facciamolo per tutte le donne, per ribadire il rispetto che meritano sempre”.

Invito i colleghi sindaci – prosegue Rucco – a mettere le bandiere a mezz’asta per ribadire la nostra ferma condanna contro ogni forma di violenza e come impegno a promuovere concretamente la cultura del rispetto”.
Stiamo preparando la fiaccolata per Rita e arriva la notizia di Alessandra. Non abbiamo più parole davanti a questa mattanza. Proviamo orrore. Come donne. E come sindacaliste”. A dirlo è Marina Bergamin, responsabile delle politiche di genere della Cgil vicentina.

“Perché è diventato così facile mettere fine alla vita di una donna? Cosa si può fare meglio e di più? – prosegue Bergamin – Evidentemente non è più possibile limitarsi ad esprimere rammarico e rabbia. Limitarsi a ricordare che troppo spesso qualcuno sa e si volta dall’altra parte. E che le autorità preposte alla sicurezza devono intervenire non appena vengono a conoscenza di atti di violenza. I Centri antiviolenza devono essere sostenuti in tutta la provincia, insieme alle dove proteggere le donne e i loro figli”.

“Le donne – conclude la sindacalista Cgil – devono essere aiutate a costruirsi autonomia e libertà, con un buon lavoro, per cominciare; con servizi funzionanti e utili a donne e uomini.
Con una cultura che deve partire da bambine e bambini. Le violenze degli uomini contro le donne devono essere fermate. Subito. Il resto è silenzio. Il silenzio del dolore”.