Il maltempo annulla le nuove ricerche di Daniele, scomparso 9 mesi fa sul Pasubio

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Nel riquadro l'elettricista di 42 anni scomparso da Rifugio Balasso lo scorso 25 gennaio 2020

In tanti si erano battuti nei mesi scorsi per ritentare. E, soprattutto, per consegnare ai cari di Daniele Mezzari, il 42enne di Montecchio Maggiore scomparso sul massiccio del Pasubio lo scorso inverno, almeno i resti del figlio disperso da ormai più di 9 mesi. Fornendo così quelle risposte finalmente certe, ad oggi dolorosamente mancanti, su quanto accaduto in quei freddi giorni di fine gennaio 2020. Ai primi di settembre l’appello a non lasciare la tragica vicenda irrisolta, nell’oblio delle pagine di cronaca, accolto non solo dalle autorità preposte ma anche da tanti alpinisti volontari.

Il maltempo dei giorni scorsi, però, ha avuto il sopravvento. Costringendo ad annullare il previsto week end di nuove ricerche dell’elettricista con la passione delle passeggiate tra i monti. Scomparso senza lasciare traccia,  nonostante per giorni le squadre di soccorso e di esplorazione abbiano battuto palmo a palmo la montagna in territorio di Valli del Pasubio.

La nuova battuta di ricerca, concordata in un tavolo di incontro con il prefetto di Vicenza, doveva partire dai dintorni della storica Strada degli Eroi, con base a Pian delle Fugazze e grazie al coordinamento del Soccorso Alpino. Ora, dopo l’annullamento della data concordata, si cercherà una nuova finestra prima che il clima rigido invernale faccia capolino sulle Piccole Dolomiti e non appena il maltempo intermittente di questo avvio d’autunno darà una tregua. L’intento è setacciare la zona, salendo dal basso verso l’alto, scandagliando ogni “salto”, dirupo o anfratto possibile. In pratica ovunque non ci sia passaggio di escursionisti, nonostante queste operazioni fossero già state poste in campo per un’area di decine di chilometri quadrati, perfino calandosi in crepacci e grotte. Ma, si sa, la montagna nasconde insidie e luoghi quasi inaccessibili, dove cercare ancora.

A seguito dell’autorizzazione ottenuta dalla prefettura, grazie anche all’impegno del consigliere comunale castellano Maurizio Meggioraro, era stata allestita una task force composta da esploratori, alpinisti esperti e unità di soccorso attrezzate. Dove non sono riusciti a trovare traccia di Daniele droni ed elicotteri levatisi in volo per settimane fino a fine febbraio, ci proveranno prossimamente altre squadre di ricerca. Da ricordare che lo scorso 25 gennaio 2020 Daniele si era messo in marcia in solitaria lungo un sentiero aperto, avvistato per l’ultima volta dopo aver lasciato Rifugio Balasso. Da quel momento, il nulla: non una traccia, uno zaino, nessuna pista da seguire per indirizzare i soccorritori.

L’ipotesi più accreditata rimane quella che l’uomo fosse rimasto disorientato dal maltempo improvviso abbattutosi quel sabato in quota, smarrendosi sul massiccio per poi incappare, purtroppo, in un probabile incidente di montagna come altri accaduti negli ultimi mesi. A distanza poco meno di un anno da quei giorni di speranza via via più flebile, si vuole restituire ai genitori e al fratello oltre a una risposta definitiva anche la dignità: la possibilità di riservare un ultimo commosso saluto. Per il quale centinaia di persone esperte di vette e sentieri di alta quota si sono alternate, dopo aver tentato nei primi giorni, purtroppo invano, di salvare una vita.