Sentenza definitiva: arrestati i due operai pusher di oppio. E condotti ai… domiciliari

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La "produzione" sequestrata nel novembre 2018 ai due cittadini indiani, operai di giorno e pusher di notte

Il giudice ha concesso loro di scontare le rispettive pene per produzione e spaccio di sostanze stupefacenti in casa propria, concedendo gli arresti domiciliari. I carabinieri di Arzignano, in pratica, hanno dovuto raggiungerli proprio nelle loro abitazioni per poi riportarli alcune ore dopo, incaricati di rendere esecutivo l’ordine di arresto dopo la sentenza di condanna passata in giudicato. Situazione paradossale quella verificatasi stamattina, con i militari dell’Arma a raggiungere e ammanettare Parvinder Singh e Sandeep Bhatia, entrambi di 34 anni e di nazionalità indiana, già tradotti in carcere lo scorso novembre del 2018 dopo che furono sequestrate dalla loro disponibilità 10,8 chilogrammi di capsule di papavero di oppio, 400 grammi di oppio lavorato e quasi mille euro in contanti, ritenuti provento dell’attività illecita.

La coppia era attiva ed era stata colta in flagranza di reato dai militari che hanno capo alla compagnia di Valdagno, motivo per cui fin da subito furono diffusi nominativi e volti dei due spacciatori, che utilizzavano anche bilancini di precisioni sequestrati al pari della droga grezza in fase di lavorazione.

La doppia sentenza di condanna prevede 4 anni di reclusione per Singh (oltre a 20 mila euro di multa), mentre la posizione di Bathia è stata ritenuta in sede di commissione di pena leggermente più lieve: 3 gli anni e 14 mila euro. Una volta completato l’iter burocratico, i due sono rientrati presso le loro case da cui, almeno sulla carta, non potranno uscire salvo permessi fino a quando avranno scontato per intero il periodo di detenzione imposto dal Tribunale di Vicenza.

 

Nel riquadro i due cittadini indiani finiti in manette prima del processo per direttissima