Cannabis, nuove droghe e alcol: aumenta il consumo fra giovanissimi

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
Un momento dei controlli che ieri i Carabinieri, con l'ausilio del cane Cyr, hanno effettuato nelle aule del Centro di Formazione Enaip di Vicenza

L’ultima in ordine di tempo è stata l’operazione antidroga di ieri nelle aule del Centro di Formazione Enaip a Vicenza: i Carabinieri insieme ai militari del 4° Battaglione Veneto e ai Cinofili di Torreglia, hanno setacciando palmo a palmo le classi alla ricerca di stupefacenti. Aiutati dal cane Cyr, hanno trovato tre studenti in possesso di marijuana: due diciottenni e un diciasettenne. Tutti e tre sono stati segnalati alla Prefettura e subiranno i provvedimenti del dirigente scolastico. Nella stessa operazione è stato deferito all’autorità giudiziaria anche un altro ragazzo, che teneva nello zaino due coltelli a serramanico.

Non passa quindi giorno senza che si registri un sequestro di stupefacenti, il più delle volte marijuana o hashish, il cui uso è sempre più diffuso fra ragazzi sempre più giovani, spesso già alle scuole medie. Ne abbiamo parlato con il maggiore Emanuele Spiller, comandante della Compagnia di Vicenza dei Carabinieri (guarda la  video-intervista) e con il dottor Lorenzo Rossetto, Direttore del Dipartimento Dipendenze dell’Ulss4 Alto Vicentino, che attualmente segue 1260 persone nell’Alto Vicentino: 674 consumatori di droghe illegali, 406 soggetti con problemi di alcolismo, 82 tabagisti e 88 persone dedite al gioco d’azzardo patologico.

Direttore Rossetto, è solo un’impressione o le persone segnalate dalla Prefettura ai Servizi per le dipendenze sono davvero in aumento?

“Si, è vero, sono in aumento: quelle della Prefettura dirette alla nostra Ulss dal 2014 sono cresciute del 20 per cento e sono collegate soprattutto al consumo di Thc, ossia di cannabis. L’anno scorso i nuovi utenti  sono stati l’11 in più rispetto ai nuovi utenti del 2014. Il 65 per cento dei nostri utenti sono eroina-dipendenti, questo significa che la dipendenza da eroina non sta riapparendo, ma continua ad esserci. Rispetto al passato dal 2015 osserviamo invece un aumento di dipendenza da thc, ossia da cannabinoidi, ma ci sono anche nuove sostanze psicoattive, c’è un’evoluzione continua e molte volte queste non sono neanche inserite nella lista delle droghe controllate. Ciò nonostante pongono rischi per la salute dei giovani comparabili a quelle delle sostanze illegali già note. Mi riferisco in particolare ai cannabinoidi sintetici, alla ketamina e a sostanze analoghe”.

Le risulta che si sta abbassando l’età del primo consumo?  

“I minori che accedono al nostro servizio sono sempre di più e questo significa un abbassamento dell’età del primo consumo, ma c’è un aumento anche fra gli utenti con meno di 24 anni. La percezione del rischio, in particolare per i cannabinoidi e per l’alcol, è variabile e comunque sempre molto sottostimata. Ma c’è un’altra cosa poi molto preoccupante: un aumento del 30 per cento delle patologie psichiatriche fra i nostri utenti”.

Fra i giovani va molto di moda anche assumere droghe diverse, o mescolare droga e alcol…

“E’ vero, nelle persone che seguiamo perché usano droghe illegali, accanto ad eroina, thc e cocaina appare l’alcol. Pensi che da una recente indagine svolta in alcuni istituti scolastici del territorio, nelle classi terze medie, emerge che il 30 per cento degli studenti consuma occasionalmente alcol e, in una percentuale variabile dal 4 al 13 , si ubriaca. Stiamo parlando di ragazzini di 14 anni”.

Se questa è la situazione, quali sono gli strumenti che vanno messi in campo? Hanno ancora senso le comunità terapeutiche o sono superate?

“La direzione oggi è quella di attivare interventi terapeutici multipli: pubblici (SerD), del privato sociale (comunità terapeutiche), del volontariato. E’ questa la migliore strategia per affrontare  il problema ed essa trova nel nostro Dipartimento il luogo ideale per predisporre programmi terapeutici individualizzati in un settore così complesso. Le vecchie comunità terapeutiche e i vecchi Sert non ci sono più, ora ci sono i Dipartimenti per le Dipendenze. Ed è nei Dipartimenti che si possono attivare seri programmi di prevenzione. Forse non sono ancora sufficienti, ma sono indispensabili. La nostra Ulss sta impegnando da anni risorse in questo settore, e quest’anno per la prima volta l’investimento rispetto al passato è programmato non più per un anno ma per due”.

Molti genitori sono in angoscia perché consapevoli del fatto che i figli si fanno canne o bevono. A voi che richieste giungono dalle famiglie?

“Ci chiedo aiuto nella gestione dei figli, a volte sconfinando nella delega totale, che da un lato depone per una fiducia nel Servizio, ma a volte presuppone una sottrazione di responsabilità genitoriale. Il consiglio che possiamo dare loro è di informarsi e di dialogare con i propri figli. E’ fondamentale a livello educativo contrastare la normalizzazione del consumo e noi siamo a disposizione delle famiglie su questo, sia telefonicamente che direttamente in tutte le nostre sedi”.