Fatale un’influenza per un bambino cardiopatico di appena due anni

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Se ne è andato a soli due anni, dopo una brevissima vita incrinata da una crudele malformazione cardiaca. A portarlo via definitivamente è stata una banale influenza che, attaccando un fisico minuto e già pesantemente debilitato dai problemi di salute preesistenti, si è trasformata in fatale. Una serie di complicanze respiratorie legate ai sintomi influenzali non hanno lasciato scampo al piccolo, figlio di una coppia di genitori nordafricani residente nel Bassanese. Una triste vicenda raccontata oggi sulle pagine del Corriere del Veneto.

E’ emerso solo in queste ore il caso del bambino, cardiopatico dalla nascita, spirato lo scorso 7 gennaio al S. Bortolo di Vicenza dopo il trasferimento dall’ospedale S. Bassiano. Alle cure prestate nel nosocomio bassanese sono seguite quelle del reparto di terapia intensiva pediatrica nell’ospedale del capoluogo, che già nel passato recente aveva soccorso il bimbo nel tentativo, stavolta non riuscito, di salvargli la vita. Il peggioramento delle condizioni generali di salute, in seguito all’influenza contratta a ridosso delle festività, ha scatenato una serie di complicazioni alle quali il fisico del piccolo non ha retto, sopravvenendo un’insufficienza respiratoria che lo ha portato alla morte.

Secondo il rapporto periodico stilato dalla Regione Veneto si tratta di una delle quattro vittime stagionali, in regione, dell’influenza pur con tutti i distinguo del caso. L’unico riscontrato in territorio vicentino. Per questa malattia il bambino non risultava vaccinato, non è dato sapersi se in ragione del quadro clinico.

Il monitoraggio iniziato nel mese di ottobre 2017 rivela che sono stati finora 195 mila i veneti colpiti dall’influenza, con un’incidenza crescente pur rimanendo al di sotto della media percentuale nazionale. Il report epidemiologico evidenza, fra i tanti dati, che nessuna delle quattro persone decedute segnalate dalle Ulss di riferimento era stata vaccinato e che, al contrario di quanto dichiarato in altre parti d’Italia, il picco annuale non è stato ancora presumibilmente raggiunto.