Spettacolando – Niccolò Fabi, una musica che scalda cuore e anima

Niccolò Fabi è tornato al Geox di Padova accolto come uno di casa, un fratello che è stato via a lungo. Quando dice che a questa città è affezionato trasuda un timido imbarazzo ma non abbiamo motivo di non credergli. E’ la sua presenza sul palco, il modo in cui si muove, si rivolge agli spettatori, alla sua band, l’aria umile con cui quasi si scusa di essere lì, è tutto quel mix lì che porta istintivamente a dirgli “ok Niccolò”: io sto con te. E mi fido quando dici che per te Padova è un luogo speciale perché so che non lo fai per strappare dei like.
Niccolò Fabi è uno che scherza sui testi delle sue canzoni al punto di dire: ecco un altro pezzo poco allegro ma sereni, tra un’ora sarò tutto finito e potrete andare a casa tranquilli.
Niccolò Fabi è uno che scrive davvero canzoni tristi, ma le hit estive incupiscono di più di uno che canta “l’amore non esiste” e che “le città hanno perso e hanno vinto i centri commerciali”.
Niccolò Fabi è anche uno che salta! mentre canta “mi piacerebbe essere padre di una buona idea” e ti scalda il cuore strappandoti un sorriso di speranza.
Il concerto si è aperto con Libertà negli occhi ed era già tutta lì la serata che avevamo davanti. Fabi alterna brani del nuovo album a classici come Costruire, Una mano sugli occhi e Ecco. Quando intona Il negozio di antiquariato il pubblico trattiene il fiato e durante Lasciarsi un giorno a Roma, si lascia andare a un coro sommesso.
Assistere a un suo concerto è un’esperienza a sé: ci vai quasi di più per stare lì che per la musica. Come quando in una sera d’autunno hai voglia di accendere il caminetto per quella sensazione di guardare la fiamma che si muove e sapere che chi ti circonda odora di casa.
Fabi con la sua band – Roberto “Bob” Angelini, Alberto Bianco, Filippo Cornaglia, Cesare Augusto Giorgini e Giulio Cannavale – sono musicalmente dei grandi, ma soprattutto rappresentano quell’entità che aiuta a rimettere luci e ombre nelle giusta prospettiva. Per ricordarci che essere padri di una buona idea potrebbe essere una ragione sufficiente per molto o persino per tutto.
Il concerto si chiude con L’uomo che rimane al buio, una canzone che dà il senso a questo tour: il coraggio di attraversare la notte per ritrovare la luce. L’applauso finale è lungo e sincero, un lungo abbraccio che sembra non finire mai. Grazie di esistere Niccolò.
Paolo Tedeschi
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