Caso Siri, depositata lʼinformativa con intercettazione ambientale

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Il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, Armando Siri, arriva alla Conferenza Nazionale sul Trasporto aereo, presso Villa Miani, Roma, 20 marzo 2019. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

La Procura di Roma ha depositato un’informativa al Tribunale del Riesame in merito all’indagine per corruzione che vede coinvolti il sottosegretario leghista alle Infrastrutture, Armando Siri e l’ex deputato di Forza Italia Paolo Arata che per gli inquirenti è legato a doppio filo all’imprenditore Vito Nicastri, considerato suo socio occulto e, soprattutto, arrestato con l’accusa di aver finanziato e protetto la latitanza del boss Matteo Messina Denaro.

Una lunga conversazione tra l’imprenditore Paolo Arata e suo figlio Francesco è stata infatti captata dagli investigatori della Dia nel settembre 2018 grazie a una “cimice” inserita nel telefonino. Su questa intercettazione si fonda l’accusa di corruzione contro il sottosegretario ai Trasporti e senatore leghista Armando Siri: gli Arata discuterebbero dei propri affari senza immaginare di essere ascoltati. Il padre spiegherebbe al figlio i rapporti con Siri, le richieste per farlo intervenire sui provvedimenti di legge che riguardano gli impianti eolici e soprattutto dei 30 mila euro che avrebbe dovuto impegnare.
Il senso del colloquio per i magistrati è chiaro: quei soldi sono il “costo” per garantirsi l’impegno del politico del Carroccio. Per loro è un’ammissione sufficiente a procedere contro Siri ed è proprio sulla trascrizione del colloquio che gli inquirenti capitolini chiederanno al tribunale del Riesame di confermare il sequestro di cellulari e computer di Arata, presi una settimana fa durante le perquisizioni. Si tratta infatti del perno di un’inchiesta che sembra destinata ad allargarsi.

L’avvocato difensore di Arata aveva invece assicurato che al momento di chiusura della cancelleria del Riesame non risultavano ancora depositati atti, aggiungendo poi la disponibilità del suo assistito a fornire la propria versione dei fatti agli inquirenti. Sale la tensione tra la Lega e il Movimento 5 Stelle, ma il vicepremier e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, ha assicurato: “Il governo è uno e c’è un contratto. Non si è rotto nulla, per noi va avanti. Vogliamo fare tante cose e in squadra. Mi auguro valga lo stesso per la Lega”.