I graffiti della Val d’Assa

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Messaggi dal passato, impressi sulle pareti di una valle cupa. Li si osserva con attenzione e una certa riverenza, cercando di intuire il significato misterioso di quei segni. Se si pensa al fatto che davanti a quella roccia, nello stesso punto, migliaia di anni fa si trovavano degli uomini antichi si prova una certa emozione e per un momento sembra quasi di essere legati da un filo sottile che ripercorre la Storia.

I graffiti della Val d’Assa si trovano nell’Altopiano dei Sette Comuni, nei pressi di Roana.

La Val d’Assa è l’incisione più importante dell’intero massiccio, originandosi dall’altopiano del Vezzena  per scendere poi tra Roana e Camporovere e quindi confluire nella Val d’Astico a Pedescala. Nella seconda parte del suo corso la valle si restringe tra ripidi versanti e alte pareti di roccia, tanto da assumere l’aspetto di una forra.

I graffiti vennero scoperti soltanto nel 1966 in seguito allo storico evento alluvionale che erose gli strati di sedimenti presenti nell’alveo del torrente e portò alla luce queste testimonianze del passato.

Sono presenti tre siti dove si possono osservare i graffiti della Val d’Assa e che si possono riunire con un’escursione ad anello; provenendo dalla salita del Costo si supera Treschè Conca e si scende fino al ponte sul Ghelpach, dove si trova uno spiazzo a lato della strada, nei pressi di alcune cave.

Da qui si segue la comoda strada sterrata dove transita il sentiero 801 e che asseconda pianeggiante le pieghe della Valle del Ghelpach.

In breve si passa sotto alla Schaff Kugela, un ampio riparo di roccia che con il suo tetto copre l’intera strada. Si continua quindi facilmente fino ad incontrare i cartelli che segnalano la presenza della Leute Kubala o Grotta del Popolo, già esposta in un precedente articolo, che si apre poco sotto la strada. Se la si vuole visitare occorre percorrere il sentiero che scende ripidamente fino al fondo del Canyon del Ghelpach: a metà discesa, sopra un precipizio, si cala di qualche metro verticalmente con l’ausilio di alcune staffe per raggiungere l’ingresso della grotta, dall’aspetto particolare per il grande masso incastrato tra le pareti dell’apertura maggiore.

Ancora più avanti, sempre nei pressi del cammino, si trova la Cava degli Orsi o Grotta Tre Pezzi, che come le altre grotte vicine ha conservato manufatti in selce di uomini preistorici risalenti al periodo tra i 50.000 e i 35.000 anni fa, insieme ai resti dell’estinto orso delle caverne.

Da questo punto si inizia ad aggirare la Cima Tre Pezzi: la strada si restringe a sentiero, da un lato il Canyon del Ghelpach precipita con alte balze nella fonda Val d’Assa e si entra nella foresta di abeti rossi e faggi del Bisele. L’andamento del sentiero è piuttosto regolare con qualche sali e scendi, sempre all’ombra delle chiome.

All’altezza di alcune pareti di roccia si incontrano i primi graffiti: sono quelli dei siti della Romita e del Rössle. Le incisioni sono in alcuni punti anche molto dense e si sovrappongono tra di loro, quelle più recenti a quelle più antiche. Non furono infatti solo gli uomini dell’Età del Ferro a lasciare i segni del loro passaggio, ma anche uomini medioevali, del Settecento e i soldati della Grande Guerra. Risulta quindi difficile anche per questo motivo determinare quali siano i graffiti più antichi.

Si trovano incisi figure geometriche, simboli vegetali, zoomorfi, solari, di armi, croci, puntuazioni e ancora date e scritte.

Si nota ad esempio la raffigurazione di una testa di cavallo che probabilmente ha dato il nome alla località Rössle, che in cimbro significa cavallino.

Proseguendo si cala fino al fondo della Val d’Assa in località S. Antönle; qui si cammina nel greto del torrente, tra le distese di megaforbie che popolano la valle e ricoprono il suolo con le loro foglie enormi. Si prosegue nella valle fino al terzo sito dove si trovano i graffiti, ovvero quello del Tunkelbald. Nel luogo aleggia un fascino misterioso, vi si ritrovano anche qui le stesse tipologie di raffigurazioni e non è chiara ancora una precisa datazione storica, ma sicuramente i graffiti più antichi risalgono a più di tremila anni fa.

Tutti i siti erano protetti da recinzioni e accessibili con visite guidate, ma ora versano in apparente abbandono e degrado, dettato principalmente dagli eventi idrogeologici. Alcuni massi e delle piante sono crollati sulle recinzioni danneggiandole, mentre l’erosione dell’acqua ha rovinato le fondamenta in cemento. Anche i graffiti, essendo esposti agli agenti atmosferici, subiscono giorno dopo giorno una lenta degradazione.

Nonostante ciò è bene visitare i luoghi con rispetto evitando di danneggiare i petroglifi con stupide deturpazioni.

Per completare l’escursione basta seguire il sentiero 801 che conduce a Canove di Roana, nei pressi del centro del paese. Dopo un breve tratto a lato della strada principale si devia tra i pascoli delle località Busi e Holla per terminare l’anello al ponte sul Ghelpach.

Complessivamente il percorso è di facile impegno e adatto anche a famiglie, con numerosi punti di interesse che fanno di questa escursione una delle più particolari, sopratutto dal punto di vista preistorico, dell’intero Altopiano dei Sette Comuni.