I donatori di sangue costretti dal maltempo a spostare la festa dal Cengio a Dueville

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“Voi siete la vera omelia di oggi, il vero afflato. Non abbiate timori, anche se qualcuno sorride della vostra generosità di effondere il sangue come faceva Gesù Cristo”. Con queste parole don Antonio Guarise, della parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice a Thiene, è intervenuto oggi nel duomo di Dueville, in occasione della Festa annuale del donatore di Fidas Vicenza.

Una festa che tradizionalmente si svolge al Monte Cengio, ma che a causa del maltempo delle prime ore del mattino è stata spostata a Dueville, dove l’organizzazione ed il locale Gruppo Fidas hanno fatto un lavoro straordinario affinché tutto fosse pronto in un paio d’ore.

“Sono stati davvero straordinari – commenta il presidente provinciale di Fidas Vicenza, Marino Morbin – e questo ci conferma ancora una volta la forza del nostro volontariato e la capacità e versatilità del nostro donatori, sempre pronti a risolvere le difficoltà ed a trovare le migliori e più rapide soluzioni”. Certo lo scenario e l’atmosfera non sono i medesimi del Monte Cengio, ma come ha ricordato il vicesindaco di Cogollo, Sofia Zordan, nel duomo di Dueville, a decidere è stato il tempo: “ma se da un lato il meteo non è stato propizio, dall’altro la capacità dei volontari di far fronte all’inconveniente è stata davvero straordinaria”. Parole di elogio condivise anche da Claudio Ronco, direttore del Dipartimento di nefrologia di Vicenza, che ha aggiunto: “l’espressione usata da don Antonio, ‘effondere il sangue’, mi ha particolarmente colpito, perché oggi nella donazione degli organi si parla di donazione samaritana. Ed a Vicenza ne sono avvenute due anche recentemente, da parte di donatori che non donano a propri familiari, ma a perfetti sconosciuti. Lo stesso gesto che i donatori di Fidas Vicenza compiono ogni giorno”.

Tra i presenti all’evento anche il consigliere nazionale Andrea Bortolon ed il vicepresidente nazionale Fidas, Feliciano Medeot, che ha posto l’accento sull’importanza della continuità e qualità della donazione: “non dobbiamo spaventarci della crescente burocrazia, ma dobbiamo interpretarla come maggiore sicurezza per donatore e ricevente, quindi come una maggiore qualità della donazione di sangue”. Il presidente Morbin, nel ringraziare i presenti e quanti hanno contribuito all’organizzazione della festa del donatore, ha concluso: “abbiamo fatto un gran lavoro di squadra e dobbiamo continuare nel nostro cammino, con costanza ed abnegazione, ricordando sempre chi ha bisogno e che il nostro compito di donatori continuiamo ad assolverlo con grande valore”.