Elezioni, il Veneto dopo il “Doge”: Filippin e Giovine si sfidano sul futuro della Regione

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In diretta streaming su YouTube e Facebook, la nona puntata Senti Chi Parla ha ospitato ieri sera un confronto serrato tra Rosanna Filippin (Partito Democratico) e Silvio Giovine (Fratelli d’Italia), moderato da Marco Zorzi. Il dibattito ha messo in luce visioni contrapposte sul futuro del Veneto, in vista delle elezioni regionali d’autunno, con la fine dell’era Zaia sullo sfondo.

Mentre ancora manca una data di voto, Filippin ha proposto un Veneto più inclusivo, verde e solidale, mentre Giovine ha difeso il modello di governo del centrodestra, puntando sulla continuità. Tra i temi centrali, la sanità ha acceso gli animi di un confronto comunque garbato: Filippin ha espresso forte preoccupazione per il progressivo indebolimento della sanità pubblica, denunciando una deriva verso la privatizzazione e una carenza strutturale di personale e servizi. “Non possiamo permettere che la salute diventi un privilegio” ha dichiarato, chiedendo un piano straordinario per rafforzare ospedali e medicina territoriale. Giovine ha invece rivendicato i risultati ottenuti e promesso nuove strutture territoriali, difendendo il “modello Zaia” come esempio di efficienza.

Sul fronte giovani, entrambi hanno riconosciuto l’urgenza di contrastare la denatalità e la fuga di cervelli. Filippin ha parlato di politiche abitative, trasporti accessibili e salari dignitosi, mentre Giovine ha citato gli incentivi fiscali e i bonus del governo Meloni. Interessante anche il passaggio sull’istruzione: Filippin ha proposto un rafforzamento dell’università pubblica e dei poli tecnici, Giovine ha rilanciato sull’alternanza scuola-lavoro e sulla valorizzazione degli ITS. Il cambiamento climatico è stato affrontato con riferimenti alla tragedia della Valle dell’Agno e alla necessità di superare le rigidità normative nella prevenzione. Filippin ha invocato una svolta ecologista, Giovine ha chiesto più flessibilità per gli enti locali.

Flavio Tosi: sarebbe l’ex sindaco di Verona, secondo l’unico sondaggio finora condotto sui nomi nel 2024, il leader che gli elettori di centrodestra auspicherebbero per il dopo Zaia. Meglio di Tosi, solo Elena Donazzan

Sulla sicurezza urbana, Giovine ha proposto più poteri ai sindaci e una stretta sugli esercizi commerciali “a rischio”, mentre Filippin ha chiesto un approccio integrato, con più personale e attenzione alle fragilità sociali. Si è parlato anche di autonomia regionale: Filippin ha espresso cautela, temendo squilibri tra territori, Giovine ha ribadito il sostegno al progetto di autonomia differenziata. Non sono mancate le frecciatine: Giovine ha criticato la gestione del capoluogo Vicenza da parte dell’amministrazione di centrosinistra, definendola “immobile e insufficiente” e ha ironizzato sulla scelta del candidato presidente per il centrodestra. “Va bene cedere agli alleati della Lega, ma un candidato di Forza Italia come Tosi, con tutto il rispetto, magari no” ha detto con un sorriso, lasciando intendere il “momento caldo” interno alla coalizione.

E secondo i sondaggi, il centrodestra resta in vantaggio con il 50% dei consensi, ma il centrosinistra punta a mobilitare gli indecisi, che rappresentano ancora il 20%. Giovine ha rassicurato sulla compattezza della coalizione, mentre Filippin ha rilanciato sull’importanza di una proposta alternativa forte e credibile. Nel finale, entrambi hanno rivolto un appello ai giovani: Filippin ha invitato i neomaggiorenni a essere protagonisti del cambiamento, Giovine ha esortato a partecipare attivamente alla vita politica, citando l’esempio di Giorgia Meloni. Ancora una volta, Senti Chi Parla ha offerto un confronto vero, ricco di contenuti e rispettoso nei toni, capace di orientare gli elettori verso una scelta consapevole nel dopo-Zaia.

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