Cunegato (TessiAmo): “Nessun reato o denuncia a carico di richiedenti asilo, lo dice il questore”

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Ogni anno mediamente a Schio vengono denunciati 650 furti, fra le 3 e le 11 rapine, una cinquantina di borseggi e meno di dieci scippi. Per quel che riguarda lo spaccio di stupefacenti, negli ultimi dieci anni il loro numero è variato molto, da un minimo di 3 e un massimo di 18. In dieci anni, invece, le cronache di Schio hanno dovuto, per fortuna, fare i conti con un solo omicidio, fra l’altro legato a una situazione di sofferenza familiare e di malattia.

I numeri li dà il consigliere comunale di Schio Carlo Cunegato, all’opposizione con TessiAmo Schio, che da alcune settimane sta cercando di venire a capo della questione legata alla percezione e alla reale concretezza dei problemi di sicurezza di Schio. “In seguito ad alcune affermazioni stigmatizzanti del sindaco sui richiedenti asilo avevo scritto un’interrogazione scritta ad Orsi. Chiedevo di avere il numero dei reati, divisi per anno, dal 2007 ad oggi e quanti di questi reati fossero stati commessi dai richiedenti asilo. La risposta di Orsi fu per me sconcertante: non lo sappiamo. Un sindaco che non sa non può essere un buon sindaco. La costruzione di cliché e di stereotipi invece rimane e distorce la nostra rappresentazione del reale. Chi poi porta sulle spalle il peso dello stigma, soffre tutti i giorni” afferma Cunegato.

Fatto sta che il sindaco, per rispondergli. ha chiesto le informazioni al Questore, questi le ha inviate e Orsi ha provveduto ieri ad inoltrarle a Cunegato. I numeri in linea di massima sono quelli detti qualche riga sopra. “In 10 anni c’è stato un solo omicidio a Schio. Qualcuno forse si rappresenterà uno scenario da gangster, ma le cose andarono diversamente e non fu meno drammatico. Una signora non riuscì a sopportare il dolore del marito menomato da un ictus, lo uccise e poi si tolse la vita” spiega sui social il consigliere di TessiAmo Schio. Per quel che riguarda gli episodi di spaccio, che è il dato più interessante visti i recenti episodi di cronaca – nell’ultimo decennio si rilevano grandi variazioni da un anno all’altro, da 3 in un caso a 18 in un altro. Nel 2017 (da gennaio ad agosto) sono stati 8.

“Finalmente abbiamo i numeri per capire, riflettere e ragionare sulla sicurezza a Schio. Spero – commenta Cunegato – lo faremo con obiettività e saggezza. Non giudico questi numeri prima di averli analizzati e capiti. Li riporto ma non li commento. Solo un dato però finora è certo. Quanti reati sono stati commessi dai richiedenti asilo, che adesso sono più di 200, a Schio dal 2007 al 2017? Vi riporto letteralmente la risposta del Questore Petronzi: dai dati in possesso di questo ufficio, non risultano persone richiedenti asilo in questa provincia arrestate o denunciate per i delitti di cui sopra. Zero reati commessi, zero denunce. Non so se i richiedenti asilo commetteranno dei reati. Non ho la palla di cristallo. Molti vengono da contesti difficili e non è impossibile che non siano degli stinchi di santo. Però in dieci anni a Schio hanno commesso zero reati e hanno subito zero denunce. Non lo dice il “mona” di Cunegato, lo ha ufficialmente dichiarato il Questore. Questo mi sembra assolutamente distante dalla communis opinio, che evidentemente viene forgiata dalle rappresentazioni mediatiche e dalle dichiarazioni dei politici. Mi piacerebbe che il sindaco Orsi lo dicesse, questo dato, e che, magari, viste le sue illazioni, si scusasse”. Cunegato, nel suo intervento, conclude ringraziando le cooperative sociali scledensi per le loro “fatiche quotidiane per la gestione dell’accoglienza e l’inclusione; spero che questo dato dia loro una piccola soddisfazione”.

Va comunque precisato che nei dati forniti dal questore non si riporta se ci siano denunce o arresti di “ex” richiedenti asilo, cioè persone espulse o fuoriuscite per diniego dal programma di protezione. Va infatti citato come in città, anche di recente, ci siano state denunce ed episodi di spaccio di droga da parte di persone che dal programma di ospitalità di altre province erano uscite, segnale forse di un problema piú complesso, che va ben oltre le semplici categorizzazioni.