Rapine in sala slot, una commessa vicentina la sospetta basista. In tre in manette

L'esterno del locale, una delle più grandi sale slot e videolottery dell'Alto Vicentino

La “banda delle slot” attiva nel Vicentino è stata sgominata dai carabinieri, che hanno inchiodato due stranieri residenti a Thiene e Piovene e la fidanzata di uno di loro, una 24enne di Nove, ritenuta la presunta basista del gruppo criminale. I tre sarebbero coinvolti nelle rapine alle sale giochi del circuito “El Dorado” a Bassano, Zanè e Malo, da ottobre 2018 allo scorso gennaio, quando Marko Milanovic (serbo, classe 1991) e Danijel Ocausanin (bosniaco, classe 1985) furono acchiappati in un casolare di campagna. La condotta sospetta di Denise Carlesso, barista e dipendente in vari locali tra cui le sale slot bersagliate, non aveva convinto i carabinieri in sede di testimonianza. Le accuse: concorso in rapina pluriaggravata, lesioni personali e porto illegale di armi.

Nel corso della mattina di ieri sono stati notificati i provvedimenti a Milanovic e Ocausanin, detenuti in carcere a S. Pio X, ed è stata posta agli arresti domiciliari la giovane novese, secondo gli inquirenti legata da un rapporto affettivo al primo dei due nominati, compagno e convivente. Constatazione che trova conferma anche dal profilo personale via social.

Barista e basista? Nei tre colpi, tutti andati a segno, la banda criminale si era impossessata di 1.500 euro (Bassano), 2 mila a Zanè e circa 5 mila euro a S. Tomio di Malo. Nel primo caso di fronte agli occhi dellunica dipendente presente, la stessa Carlesso. La versione della quale non aveva convinto i militari, alimentando forti dubbi sulla trasparenza delle due dichiarazioni e l’ipotesi di un coinvolgimento diretto nella vicenda. La giovane, infatti, tra l’altro aveva descritto i rapinatori come “nordafricani”, nonostante i volti del tutto travisati come si evince dai filmati di videosorveglianza. Infine, durante l’irruzione del 20 ottobre, la commessa non fu sfiorata dalla coppia di malviventi, andati a colpo sicuro a prelevare i contanti occultati in uno stanzino.

Nel secondo episodio, avvenuto il 28 novembre a Zanè ai danni della “filiale” della sala slot sempre della catena “El Dorado”, molte le analogie nelle dinamiche. Il dettaglio che la stessa – ad oggi presunta – basista nel recente passato era stata impiegata anche nelle sedi prese di mira nell’Altovicentino (sia a Zanè che a Malo), si è rivelato cruciale. Decisiva inoltre la testimonianza di una sua collega, ai fini delle indagini, che avrebbe riconosciuto in Milanovic uno dei due artefici dell’irruzione o comunque fornito elementi utili alla sua identificazione.

Il cerchio dei sospettati, sul tavolo dei carabinieri, nel frattempo si stringeva intorno ai due fino a chiudersi definitivamente nella notte tra il 18 e il 19 gennaio 2019. Stesso modus operandi, nuova rapina stavolta nella frazione di S. Tomio di Malo ma, stavolta, scatta il duplice l’arresto dopo una retata in una zona di campagna poche ore dopo la terza rapina andata a segno. Nell’occasione fu ritrovata anche una pistola utilizzata nelle incursioni.

Tra le altre prove a supporto allegate alle indagini, un filmato che vede la coppia di fidanzati detenuti effettuare un sopralluogo a volti scoperti il giorno precedente all’ultima rapina, e un messaggio della commessa di Nove alla collega in cui chiedeva informazioni sul numero di clienti presenti a quell’ora nella sala slot. Gravi ingenuità che hanno definitivamente indirizzato le forze dell’ordine verso i tre componenti della banda, ora agli arresti e prossimamente chiamati al processo a loro carico.