Pensionato ingenuo versa mille euro anzichè riceverli nel conto. Scovati i truffatori

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
Carabinieri al lavoro contro le truffe on line (archivio)

Truffa aggravata e riciclaggio di denaro. Doppio capo d’accusa per due presunti truffatori da fuori regione hanno preso di mira e gabbato un ingenuo pensionato dell’Altovicentino, evidentemente poco avvezzo all’utilizzo del circuito telematico di Postepay. Al contrario dei due astuti pregiudicati che si sono avvalsi di uno stratagemma ormai noto, per sottrargli indebitamente la cifra di 1.000 euro dal conto e poi far perdere le proprie tracce.

Ma è bastata la “lente d’ingrandimento” dei carabinieri della stazione di Piovene Rocchette per vederci chiaro, seguire in rete le orme virtuali la sciati dai due disonesti per poi denunciarli entrambi (in concorso) una volta raccolti sufficienti indizi di colpevolezza.

Una lunga indagine condotta per circa 9 mesi e che ha visto partire nelle scorse ore le notifiche nei confronti di L.A., italiano di Bresca di 52 anni, e F.A., di Castiglione delle Stiviere, di 40 anni. I due lombardi avevano teso un tranello utilizzando il portale di mediazione di compravendite www.subito.it – estraneo alla vicenda nonostante si tratti di uno strumento on line dove trovano terreno fertile truffatori di questa pasta -, per fingersi interessati all’acquisto di un veicolo di proprietà di un anziano di Santorso.

Dopo una rapida trattativa lo scorso 3 febbraio 2020 la vittima designata aveva ormai “abboccato all’esca” tesa dalla coppia di malintenzionati, i quali sono riusciti a confondere le idee della controparte fino a raggirarla con astuzia. Anzichè ricevere un acconto di mille euro nel suo conto telematico, l’anziano orsiano li avrebbe versati in uno altrui, indicato da un uomo abile “a parole”, facendogli credere di aver effettuato l’operazione inversa. L’interlocutore e finto compratore, poi, come da assodato canovaccio teatrale, è sparito dalla circolazione, non rispondendo più a chiamate e messaggi. Una volta accortosi dell’addebito, al vicentino non è rimasto che rivolgersi alla stazione dell’Arma di Piovene.

Con altrettanta astuzia i carabinieri sono riusciti a risalire all’identità del beneficiario della ricarica, e attendere l’attimo propizio per “scovare” anche il complice, dopo che parte del denaro frutto dell’illecito è stato traferito stavolta con assai poca furbizia tra i conti personali dei due truffatori. I quali contavano ormai di averla fatta franca e di poter intascarsi la propria quota senza che nessuno “ficcasse il naso”. Ma il fiuto delle forze dell’ordine, ormai, aveva già fatto centro. Anche se, probabilmente, per l’anziano gabbato la strada verso il risarcimento sarà ancora lunga e passerà per un lento iter di giustizia.