Coni, il dopo Malagò: Buonfiglio eletto al primo voto, battuto Pancalli


Dopo ben 12 anni, si è conclusa l’era di Giovanni Malagò. E anche il futuro del Comitato olimpico prende forma nel solco tracciato dallo stesso Malagò. Il nuovo numero uno è Luciano Buonfiglio, 75 anni, da 20 alla guida delle Federcanoa. La scelta di continuità ha convinto già al primo scrutinio e va contro le previsioni di un testa a testa serrato. Buonfiglio è stato incoronato con 47 voti su 81 dal Consiglio nazionale elettivo che ha espresso la sua preferenza al Centro di preparazione olimpica Giulio Onesti di Roma. Si ferma così a 34 voti la conta per il rivale, Luca Pancalli, ex presidente del Comitato italiano paralimpico. Una base solida che rende ottimista il neo presidente: “Non vedo l’ora di cominciare. Non temo nulla”, sono le prime parole post elezione. Polemico Pancalli, candidato sostenuto dai rivali del presidente uscente e – secondo gli avversari – auspicato dalla politica: “Ci sono stati colpi bassi”, ma poi riconosce il fair play di Buonfiglio.
“Assicuro immediata e piena collaborazione”, è il messaggio del ministro dello Sport Andrea Abodi, accusato da Malagò di essersi fatto sponsor di Pancalli insieme con Paolo Barelli, presidente della Federnuoto e capogruppo Fi alla Camera. Otto erano i candidati presentatisi al voto, due hanno rinunciato dopo il discorso di presentazione ma nelle schede di voto sono stati siglati solo due nomi, quelli di Buonfiglio e Pancalli. Con il passo indietro del terzo candidato forte, Franco Carraro, che nel suo intervento ha fatto un’appello all’unità all’interno del Coni: “Votate chi dei due la assicura”, ha detto. E così il neopresidente è stato eletto al primo giro. L’ex canoista Buonfiglio, primo atleta olimpico e primo napoletano a guidare il Coni, nel suo discorso ha ringraziato Malagò per il suo impegno ultradecennale e messo subito l’accento sulla volontà di “non parlare ma invece fare”.
A lui il compito di riaggregare l’organismo olimpico che negli ultimi anni oltre ai successi sportivi e all’orgoglio di ospitare i prossimi Giochi invernali ha registrato anche tensioni con il governo e una dualità non semplice con Sport e Salute. Su queste problematiche hanno insistito Carraro e Pancalli. L’ex n.1 del Coni ha messo in luce “le profonde divisioni” degli ultimi anni, riflesse nelle candidature contrapposte, invitando alla compattezza anche per “dialogare meglio con la politica e fare sinergia con Sport e Salute”. Carraro ha chiesto la conferma a segretario generale di Carlo Mornati, ed è stato accontentato nella prima riunione della nuova Giunta, altro segno di continuità rispetto alla gestione che sul fronte sportivo ha portato tanti risultati.
Pancalli aveva illustrato la sua visione di un Coni “autonomo e indipendente che dialoghi con le istituzioni e la politica, ma mai subalterno”. Dopo la sconfitta, a chi gli chiedeva se poteva proprio aver pagato un endorsement di una parte della politica ha risposto: “Se si perde non si dà la colpa agli altri. Ho perso, lo accetto e vado avanti. Colpi bassi ci sono stati – ha aggiunto – ma fa parte della vita e della politica”. Nell’agenda di Buonfiglio, c’è già un incontro con Abodi, e anche con il titolare del Mef, Giancarlo Giorgetti, che ha detto: “C’è lo sport, è vero, ma c’è anche chi dà i soldi allo sport”.
Quanto alla giunta del nuovo Coni, non ci sono molti esponenti delle principali federazioni, dal calcio al basket, fino al tennis, che aveva due candidate Giulia Soresina e Tathiana Garbin, con la capitana delle azzurre battuta in quota tecnici da Elisabet Spina del calcio. Sono rimasti fuori tra i dirigenti Stefano Mei (Fidal), per un voto, e Flavio Roda (Fisi), mentre ci sono i presidenti Marco Di Paola (Fise, vicepresidente), Giovanni Copioli (Fim), Francesco Ettorre (Fiv), Laura Lunetta (danza sportiva), la più votata. Tra gli ex campioni entra la regina dei tuffi Tania Cagnotto.