La fragilità della montagna nel nuovo libro di Trevisan: “La vera risorsa è il territorio, non il turismo”

Vicenza lo ha visto nascere, e ospita l’Accademia Olimpica di cui è membro. In quel di Bassano, invece, lavora come docente di Lettere alle superiori. Verona, infine, è la “patria” dell’editore con il quale collabora da tanto tempo. Ognuna di queste tre città è importante per Luca Trevisan. Eppure, nel suo cuore, nessuna di esse avrà mai un rilievo paragonabile a quello di Asiago, dove si è trasferito da una decina di anni. Uno spostamento dettato dal suo grande amore per la montagna, come ha spiegato ai microfoni della rubrica di Radio Eco VicentinoParlami di Te“.

Trevisan è in libreria in questi giorno col suo nuovo romanzo, “Stagioni fragili“. I molti impegni lo obbligano ad allontanarsi da Asiago, certo. Ma la sua mente, alla fine, corre inguaribilmente all’Altopiano: “Ho sempre la fissa – confessa a Mariagrazia Bonollo e Gianni Manuel – di tornare nella mia casa a ridosso del bosco”. Un amore solido e duraturo, per nulla intaccato dai cambienti impressi al territorio dalla tempesta Vaia e dal turismo. “Il mio luogo del cuore è Cima Portule – rilancia -, la montagna amata da tanti altopianesi ed anche la preferita di Mario Rigoni Stern. Ha un fascino tutto suo, particolare. Se posso, almeno una volta all’anno ci faccio un giro”.

La bellezza del paesaggio è uno dei motivi che spiegano l’amore di Luca Trevisan per l’Altopiano dei Sette Comuni. Tuttavia, sottolinea, “è anche un territorio ricco di storia. Quello che dispiace, quando si parla dell’Altopiano, è vedere che si ignora ciò che è accaduto prima della Grande guerra. Andando più indietro nel tempo, invece, si può trovare ciò che definisce l’identità del territorio”. Da qui la volontà di pubblicare “Il respiro del bosco“, uscito nel 2020 per i tipi di Cierre edizioni: “Questo libro è nato proprio dal desiderio di ripercorrere le coordinate di una storia che definisce il senso intimo dell’Altopiano dei Sette Comuni”.

La montagna ritorna anche nella nuova opera di Trevisan, “Stagioni fragili“, fresca di stampa e pubblicata sempre da Cierre edizioni: “Il protagonista, Sergio, attraversa una stagione delicata della sua vita – spiega l’autore -. Decide di ritirarsi nella sua terra d’origine, l’Altopiano, dove incontra il fratello Antonio, con il quale ha sempre avuto un rapporto conflittuale. Questi gestisce un albergo e un impianto di risalita, e crede molto all’idea del turismo come fonte di sviluppo. I due fratelli, dopo molto tempo, hanno quindi modo di ritrovarsi e dialogare. Ed è proprio da questo confronto che si riconosce quanto sia fragile la stagione che la montagna sta vivendo”.

Quella offerta dal romanzo, ammette Luca Trevisan, “è un’occasione per parlare di un problema che affligge moltissimi contesti di montagna. Si crede che il turismo permetta ad un territorio di sopravvivere. Ma la vera risorsa del territorio, da trasmettere alle future generazioni, è il territorio stesso nella sua incredibile ricchezza, a partire da quella culturale. Il turismo è uno strumento per ricavare un utile, dobbiamo stare attenti a non confondere i piani. È questo – conclude Trevisan – che va sviluppato e raccontato”.

Gabriele Silvestri

L’Eco Vicentino è su Whatsapp e Telegram.
Iscriviti ai nostri canali per rimanere aggiornato in tempo reale.

Per iscriverti al canale Whatsapp clicca qui.
Per iscriverti al canale Telegram clicca qui.