Blitz davanti al teatro: Mosele, “la chiusura mentale crea odio”. Casarotto, “un’azione strumentale”

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

“La chiusura mentale è un po’ come il muro di Trump, divide e crea odio. D’altronde tutto ciò che è ignoto spaventa ed è più facile negare l’esistenza di alcune cose piuttosto che accettarle”. Il commento, secco e preciso, al blitz di Forza Nuova e Lotta Studentesca contro lo spettacolo “Il marito di mio figlio”, andato in scena sabato al Teatro Comunale di Thiene, è del regista dell’opera, Antonio Mosele, della compagnia teatrale La Zonta. Si trattava della “prima” del nuovo spettacolo dello storico gruppo thienese.

La rappresentazione teatrale racconta la storia di Giorgino e Michele (alias George & Michael) che decino di sposarsi e, presi all’ultimo momento da uno scrupolo di coscienza, decidono di affrontare i rispettivi genitori convocandoli nel loro appartamento per comunicare loro la notizia. La rivelazione della propria omosessualità crea uno scompiglio che va oltre l’immaginazione dei due futuri sposi: le nozze saltano a colpi di sessualità confuse, amanti inaspettati e relazioni segrete che non risparmiano neanche i genitori dell’ormai “scoppiata coppia”.

“Ho visto lo spettacolo sabato sera – commenta il sindaco Giovanni Casarotto -, una commedia leggera che trattava l’argomento con ironia e senza ideologia, un’opera che non voleva certo né dissacrare la famiglia tradizionale, a cui credo, né imporne un modello alternativo. Per questo quello striscione mi pare strumentale: forse qualcuno voleva farsi un po’ di pubblicità visto che siamo in campagna elettorale…”.