Proteste dopo l’ok della Regione alle jeep dei cacciatori sui sentieri montani. Formaggio: “Creano Pil”

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Il voto di martedì scorso è stato netto: 35 voti favorevoli e 8 i contrari per le modifiche alla legge regionale 14/1992 che disciplina della viabilità silvopastorale. Di fatto, il disco verde al transito su tale viabilità per interventi emergenziali o di interesse pubblico, anche da parte di privati: meno prosaicamente, il lasciapassare a jeep oltre che ad altri mezzi di cacciatori per raggiungere quei sentieri di montagna e quelle mulattiere finora off limits.

Una storia che divide – su fronti evidentemente opposti – la maggioranza rappresentata, tra gli altri, dal focoso consigliere regionale in quota FdI Joe Formaggio dall’opposizione, trainata in particolare da Andrea Zanoni, esponente del mondo ambientalista e consigliere di Europa Verde. E se per il primo si tratta di un primo passo verso una liberalizzazione dovuta a cittadini “che creano Pil anche in montagna, montagna che non è esclusiva di chi va a piedi, del Cai o di altre associazioni che strizzano l’occhio a sinistra”, per il secondo si tratta di una battaglia persa sulla quale però non c’è alcuna intenzione di arrendersi: “Sono 28.500 i cacciatori che potranno ora percorrere le mulattiere di montagna con i fuoristrada, grazie ad una deroga che ignora ogni principio di tutela ambientale e sicurezza – chiosa duro Zanoni – questo nonostante i nostri 175 emendamenti per evitare danni gravi. Ora l’unico spiraglio è rappresentato da un nostro emendamento che consente ai sindaci di vietare, almeno temporaneamente, le deroghe nei piani di abbattimento. Il nostro impegno è stato massimo, anche se l’epilogo è deludente. Hanno i numeri, ma non rappresentano la volontà della maggioranza dei veneti, che non vuole questa regalia al mondo venatorio”.

Una bagarre che non ha risparmiato nemmeno la politica locale, col sindaco di Asiago a puntualizzare quello che viene definito con l’usuale determinazione, una chiara ingerenza rispetto alle prerogative dei Comuni: “Nel territorio comunale di Asiago – la nota di Rigoni Stern – l’amministrazione ha già definito con chiarezza il ruolo del mondo venatorio, al quale vengono concessi regolamentati per l’accesso in aree sensibili. Modificare la legge regionale, rappresenta un atto di inaccettabile ingerenza istituzionale: non si tratta di spazi liberi da manovrare per fini elettoralistici, ma di territori da custodire con responsabilità, rispetto e visione”.

Parole che non frenano il piano di Formaggio, battagliero e convinto più che mai della bontà di un’azione tesa “ad ampliare la possibilità turistica della montagna: “L’atteggiamento, come sempre arrogante e sprezzante del consigliere regionale Joe Formaggio sulla regolamentazione della viabilità silvopastorale – bacchetta la consigliera dem Chiara Luisetto – è l’ultima cosa che serve per affrontare una questione così delicata. Amareggiano, in questo senso, le sue parole nei confronti del sindaco di Asiago, che legittimamente, da amministratore, mette sul tavolo le preoccupazioni dal punto di vista ambientale e della tutela paesaggistica che possono derivare da una legge eccessivamente permissiva e che potrebbe generare un impatto pesante sugli equilibri di un territorio prezioso come quello dell’Altopiano dei 7 Comuni”.