Vicentini olimpici, Ceccon unico a medaglia ma Tokyo 2020 esperienza d’oro per tutti

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Thomas Ceccon a Creazzo dove ha trovato tanti amici ad accoglierlo in piscina

E’ il nuotatore di Magrè di Schio Thomas Ceccon a guidare la “nave” degli atleti vicentini di ritorno dal Giappone e dalle Olimpiadi di Tokyo 2020. Una barca che non ha fatto acqua e che ha confermato l’alto livello degli atleti vicentini che sono stati impegnati nella patria del Sol Levante tra nuoto, atletica leggera e il golf con il 25enne Guido Migliozzi a far tesoro dell’esperienza per il futuro (32° tra i big mondiali). Con un bottino “provinciale” di due medaglie riportate in Italia, un argento e un bronzo entrambe in staffetta per merito del siluro della vasca olimpica, che si allarga se si prendono in considerazione campioni come Marcell Jacobs che vantano legami importanti con Vicenza e dintorni.

Da ricordare, infatti, che il legame tra il padre soldato statunitense e la madre italiana ebbe origine proprio dalle parti di Camp Ederle nel capoluogo berico, dove l’allora giovane marines Jacobs senior conobbe Viviana Masini. Dal frutto del loro incontro nacque quello che da domenica 1 agosto è incoronato come l’uomo più veloce del mondo sui 100 metri piani, tornato dalle Olimpiadi con due medaglie d’oro al collo (l’altra nella staffetta 4×100).

E’ proprio l’atletica leggera ad aver fatto la parte del leone per i colori azzurri con dna doc vicentino. Tra le donne emozioni garantite ma soddisfazioni alterne per Elena Vallortigara di Torrebelvicino, Elena Bellò di Villaverla e Federica Del Buono. Per la saltatrice 29enne la misura raggiunta di 1,93 metri al terzo tentativo non è valsa la qualificazione alla finale olimpica, con asticella 9 centimetri al di sotto del suo primato personale risalente all’anno 2018 e un 16° posto su 31 concorrenti ammesse a Tokyo. Per l’altra Elena, l’ottocentista emergente di 24 anni, il mancato record personale viene compensato dalla qualificazione in semifinale dopo la sua batteria e un 6° posto parziale tra le migliori interpreti internazionali del doppio giro di pista che vale come rampa di lancio. Sulla distanza quasi doppia, i 1.500 metri, ha tenuto duro la mezzofondista nata a Vicenza, specialista anche nelle corse campestri, in ripresa dopo alcune annate tribolate anche se non è andata oltre l’11° tempo, migliorando però il suo miglior crono recente. Niente gare invece per Johanelis Herrera, con l’italodominicana riserva nelle staffetta 4×100.

Lo stesso destino è toccato a Matteo Galvan, quattrocentista rimasto a disposizione della squadra della 4×400 che ha raggiunto la finale olimpica. Per l’esperto atleta vicentino, che compirà 33 anni tra pochi giorni, si è trattato comunque della sua seconda partecipazione all’Olimpiade dopo Rio 2016, in cui gareggiò nei 200 e 400 metri. Unico maschio a scendere in pista, o meglio sulle strade di Sapporo, è stato così alla fine il maratoneta di origini eritree ma cresciuto a Bassano del Grappa Eyob Ghebrehiwet Faniel. E proprio alla fine, visto che i 42 chilometri e spiccioli hanno rappresentato la gara conclusiva per l’atletica. In questo caso, visto lo stato di forma annunciato al meglio e il “distintivo” di primatista italiano assoluto, era lecito attendersi qualcosa in più e non erano state per nulla nascoste le ambizioni da podio nelle interviste prima delle partenza. Eyob si è dovuto “accontentare” del 20° posto assoluto, migliore del trio azzurro. Potrà rifarsi tra tre anni, a Parigi 2024.

“Asciugate” ancora una volta le due medaglie di Thomas Ceccon dopo la grande festa al suo ritorno alla piscina Leosport di Creazzo che lo ha lanciato da giovanissimo, conquistate da staffettista nei 100 stile libero e 100 mista con i compagni di “virate”, va ricordato anche il 4° posto individuale a una manciata di centesimi dal podio per il 20enne di Schio e un tour de force di distanze a cui ha preso parte l’eclettico nuotatore azzurro, recordman nazionale consolidato quando “mulina” con la schiena a pelo d’acqua. Non è stato però l’unico vicentino a tuffarsi nella vasca olimpica, dove Pier Andrea Matteazzi, all’esordio olimpico forte del titolo italiano nei 400 misti, che però non è incappato nella sua miglior giornata, pagando dazio alla tensione. E’ uscito alle batterie con il 19° piazzamento in griglia e un tempo distante circa 6 secondi dalla finalissima che sognava. Con caparbietà, insieme al fratello poi è tornato subito a tuffarsi in acqua all’indomani del suo rientro in patria nelle competizioni nazionali.