Prof trans presente sui siti per escort, Donazzan: “Serve giudizio sulla moralità dei docenti”

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L'itis Rossi di Vicenza

E’ scandalo all’Istituto tecnico industriale Rossi di Vicenza per una professoressa supplente, dopo che sul tavolo del preside Alberto Frizzo sono finite alcune foto che la ritrarrebbero in un sito per escort transessuali nel quale si propone con lo pseudonimo di “Luna Trans”, seminuda e in pose sexy, per 270 euro ad incontro. L’insegnante non è stata sospesa perché il suo periodo di sostituzione era al termine proprio quando la vicenda è venuta a galla: ad accorgersi che la persona era la stessa sono stati gli studenti, che l’hanno segnalato. L’insegnante ha lavorato in altre scuole della provincia e da ottobre aveva un incarico non di ruolo al Rossi.

Sul caso interviene anche l’assessore regionale alla scuola, Elena Donazzan, che chiama in causa la direttrice generale dell’Ufficio scolastico regionale, Daniela Beltrame, e attraverso lei la ministra Valeria Fedeli proponendole “di avviare una riflessione più approfondita sul reclutamento degli insegnanti”. “Unitamente al titolo di studio, alla valutazione sulla capacità didattica – scrive Elena Donazzan –  credo debba esserci anche un giudizio sulla probità e moralità del docente. Essere docenti è una vocazione e comporta un rispetto di sé e degli altri altissimo, tanto da essere da esempio di autorevolezza soprattutto verso i giovani e verso le loro famiglie. Solo così restituiremo il ruolo che merita la figura del docente nella società”. L’assessore regionale ha chiesto formalmente alla direttrice Beltrame di intervenire sul caso specifico per “verificare l’accaduto”, “il percorso del docente” e “il comportamento tenuto nelle scuole dove è stato chiamato a prestare il proprio servizio”. “Mi chiedo se non fosse possibile prevenire tale scabrosa situazione – domanda ancora l’assessore –  se non si potesse comprendere che quella persona non era esattamente la più indicata ad insegnare. Da quanto ho potuto desumere sono stati alcuni studenti a far emergere i tratti scabrosi della vita del docente, facendo veicolare le immagini”. Una reazione, quella degli studenti , che l’assessore interpreta come “una denuncia corale, quasi a chiedere agli adulti, a noi adulti responsabili del loro percorso educativo, di intervenire a fronte di una situazione inaccettabile”.