Morto l’operaio 48enne colpito dalle esalazioni alla Salgaim Ecologic

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Salgaim Ecologic e, nel tondo, Abdelmajid El Khabch

Non ce l’ha fatta Abdelmajid El Khabch, l’operaio 48enne della  della Salgaim Ecologic di Tezze sul Brenta che due giorni fa è stato vittima delle esalazioni dentro una coclea nella quale era svenuto, riportando danni che si sono rivelati irreversibili. Lascia una moglie e due figli piccoli, di uno e di sei anni.

L’infortunio era avvenuto martedì 1 luglio intorno alle 15. L’azienda si occupa del trattamento di scarti di animali (pollo e tacchini in primis) per la produione di mangimi: nello stabilimento in via Brenta Abdelmajid El Khabch doveva rimuovere un oggetto che ostruiva la coclea a spirale che trasporta le frattaglie dalla vasca di raccolta a quella di macinazione. L’impianto è stato spento per consentire l’operazione, ma quanto ha fatto per entrare le concentrazioni di gas di decomposizione lo hanno fatto svenire e cadere all’interno. Un collega 47enne di Cittadella ha cercato di entrare ma si è sentito male e ha fatto in tempo ad allontanarsi. Sul posto in brete tempo sono intervenuti i vigili del fuoco e il Suem, ma l’uomo era già in arresto cardiaco: era stato rianimato e intubato sul posto e quindi portato all’ospedale di Bassano in elicottero. Qui è rimasto per due giorni in rianimazione in stato di coma irreversibile. Il 12 luglio avrebbe dovuto raggiungere in Marocco la compagna e i bambini, che invece son dovuti rientrare precipitosamente in Italia.

Il dolore dalla Cgil: “Ora basta vittime sul lavoro”

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Una vita spezzata, un’altra, sul posto di lavoro. Un altro nome che si aggiunge a un elenco sempre più insopportabile, sempre più vergognoso. Non servono molte parole. La misura è colma! 
Nel nostro Paese ogni giorno si continua a morire lavorando. Come se fosse inevitabile. Come se fosse normale. Noi diciamo che non è normale. Non è inevitabile. È inaccettabile”. Lo ha dichiarato Giacomo Parolo per la Flai Cgil della provincia di Vicenza.
“Diciamo con forza che non resteremo in silenzio davanti a chi opera senza rispettare le regole. Alzeremo la voce contro chi lavora senza garantire sicurezza, senza rispettare le norme, senza avere rispetto per la vita umana. Perché non è accettabile voltarsi dall’altra parte. Non è accettabile restare zitti quando c’è chi antepone il massimo profitto, la massima resa davanti alla vita umana. Se ci sono centinaia di morti sul lavoro ogni anno, vuol dire che qualcuno le regole non le sta seguendo. Questa morte peserà come un macigno sulle coscienze, sulle responsabilità, sui silenzi e sulle distrazioni di tanti”.

“Noi non staremo in silenzio – prosegue Parolo – e andremo fino in fondo su questa drammatica vicenda fin tanto che non siano accertate le responsabilità, non sia fatta piana chiarezza e giustizia per Abdelmajid. Siamo pronti a mobilitarci, a scioperare, a denunciare. Perché nessuno più deve uscire di casa per andare a guadagnarsi da vivere lavorando senza la certezza di poterci tornare. Ci uniamo al dolore della famiglia di Abdelmajid, tutta la vicinanza della Flai Cgil, promettendo tutto il nostro impegno affinché giustizia sia fatta. Non permetteremo che venga dimenticato”.

 

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