Alessandra, sopravvissuta in Marmolada al compagno che non c’è più: “Tommaso ti amo”

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

“Ti amo Tommaso. Sempre e per sempre”. La Marmolada con la sua valanga di ghiaccio e roccia si è portata via la vita di Tommaso Carollo, alpinista 48enne di Zanè, ma non l’amore della sua Alessandra, che è ferita nel corpo e nel cuore ma è ancora viva.

E’ lei stessa, Alessandra de Camilli dall’ospedale Santa Chiara di Trento, a trovare la forza di scrivere sul suo profilo facebook e dedicare un pensiero al suo Tommaso, compagno da poco, nella vita e nelle arrampicate in montagna.

Solare, simpatica, grintosa e appassionata di fitness e fisico, Alessandra ha rischiato di perdere la vita insieme al suo uomo. Ma è stata fortunata: ce l’ha fatta. E’ stata subito soccorsa e portata in ospedale. Presto potrebbe tornare a casa.
L’architetto 51enne di Schio ha il pensiero fisso su Tommaso, ma rivolge un ringraziamento anche ai tanti, tantissimi amici che in queste ore le si sono stretti attorno, anche a distanza, per sostenerla nell’unico modo possibile, cioè facendole sentire tutto il calore e il supporto possibile recuperi in pieno la salute e torni a lottare, grintosa e positiva come prima della tragedia, per re-impossessarsi della vita alla quale è riuscita a rimanere aggrappata.
“Grazie di tutti i messaggi che mi avete mandato e che mi state mandando – ha scritto – Risponderò a tutti appena riuscirò ad usare il telefono. Sto malissimo, ma sono viva. Grazie di essermi vicini”.

Alessandra ha raccontato al quotidiano Repubblica quello che ha vissuto: «Ho sentito un rumore e guardato verso l’alto. Ho visto pezzi di neve e ghiaccio che scendevano, ho sentito qualcuno che gridava “via-via”. Poi penso di essere svenuta. Non ho avuto neanche il tempo di pensare “ora scappo”, che sono stata travolta». Alessandra era con Tommaso: «Eravamo arrivati alla base del ghiacciaio, restava un percorso da fare sulla roccia. Ma ci siamo fermati e avevamo iniziato a tornare indietro. Era tardi. Mi sembrava troppo lungo il tragitto, era anche caldo. Ma chi poteva immaginare una cosa del genere».