Vallugana, colonna di camion lunga un chilometro. Residenti esasperati in Municipio

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“Ora basta! La misura è colma”. Con questa affermazione lapidaria i residenti di Vallugana a Malo hanno lanciato, in un comunicato del 6 giugno, l’ennesimo grido di allarme rispetto ai disagi e ai danni che sta loro provocando il cantiere per la costruzione della galleria della Superstrada Pedemontana Veneta.

“Non si può vivere in questo modo. Quello che sta succedendo qui – dicono – è l’esito di anni di rassicurazioni dell’amministrazione regionale che sostiene da sempre che i lavori stiano proseguendo a regola d’arte. Basta, non ce la beviamo più”.

Lo scorso 4 giugno, lamentano le famiglie della contrada, già dalle otto di mattina una colonna di camion, di oltre un chilometro, attendeva l’ingresso in cantiere generando confusione, di fatto bloccando la circolazione e provocando rumori, vibrazioni e polveri di una certa rilevanza. Intanto, il casello di Malo della Spv, ormai pronto, si appresta ad entrare in funzione: «Lo inauguriamo nel giro di 10 o 15 giorni», ha detto recentemente il governatore del Veneto Luca Zaia.

I disagi, per i residenti di contrata Vallugana, però, son crescenti. “Mia figlia è rimasta ferma in colonna, doveva lasciarmi i nipoti prima di andare a lavoro. Quando è riuscita ad avvicinarsi a casa nostra, non riusciva ad accedere al cancello a causa dei camion” spiega un residente. E un altro afferma: “Io lavoro di notte, quindi il mattino dovrei anche dormire. Quando alle otto ho constato di avere sotto casa una fila di camion accesi, e sottolineo accesi, potete immaginare le vibrazioni e il rumore di una colonna di camion sotto la finestra”.

Presi dall’esasperazione, i residenti hanno chiamato il Comune e preteso di parlare con il sindaco. “Non siamo arrabbiati, siamo incazzati, che è diverso”, hanno detto al Paola Lain. “C’è un’ordinanza del Comune di Malo che, tra le altre cose, ordina con effetto immediato di mantenere spenti i motori degli autocarri in sosta. Capiamo che il burocratese a volte sia difficile da decifrare, ma cosa non è chiaro nella frase mantenere i motori spenti? Di più: quell’ordinanza è datata 24 ottobre 2019, siamo a giugno 2020 e siamo ancora a chiedere che qualcuno intervenga? Per fortuna l’ordinanza comunale aveva effetto immediato”.

La sindaca – raccontano i diretti interessati – dopo aver ascoltato le lamentele dei residenti, si è recata, assieme all’assessore Roberto Danieli, a Vallugana, per verificare in prima persona quanto stava succedendo. E poi si è recata in cantiere.

I problemi, come noto, continuano da tempo. “Se ad un certo punto della tua vita ti rendi conto che è diventata una consuetudine contare i camion che passano, quasi come fosse un normale passatempo, significa che qualcosa non va. Sono arrivato anche a contare il passaggio di 103 camion in un’ora. La situazione è insostenibile, qualcuno intervenga”, continua un residente. La querelle continua da anni: “Ci siamo resi conto che ogni volta che chiediamo risposte, dalla Regione arrivano rassicurazioni”.

In effetti era già successo anche per le polveri qualche mese fa. Con una nota pubblicata sul sito regionale, la struttura di progetto, a ottobre scorso, aveva liquidato l’accesso al pronto soccorso di un gruppo di residenti con difficoltà respiratorie affermando che i dati erano in linea con quelli monitorati nelle altre stazioni fisse della Provincia di Vicenza e che, quindi, il  fatto che i dati dell’aria nella zona di Vallugana, dichiarati da Arpav e coerenti con quelli rilevati dal concessionario, avessero riportato valori simili a quelli del resto della provincia, indicava che il cantiere non aveva prodotto alterazioni di rilievo alla concentrazione delle polveri.

“Questo è il genere di risposte che abbiamo avuto finora: tutto è molto bello, tutto è perfettamente funzionante, tutto viene fatto a norma e a regola d’arte – continuano i residenti – ma questo tipo di rassicurazioni non forniscono risposte, ma pongono ulteriori domande: quanti cittadini della provincia di Vicenza si sono recati al pronto soccorso in gruppo per problemi respiratori, visto che i dati in Vallugana sono in linea con quelli provinciali? Come si fa ad affermare con tale sicurezza che il cantiere non ha prodotto alterazioni di rilievo per le polveri, quando abbiamo ore di filmati che raccontano un’altra storia? Come si fa a negare con tanta fermezza che il cantiere non ha nessun impatto sulla salute psicofisica dei cittadini e sul territorio in generale?”.

L’ultima stoccata viene rivolta dai residenti alla struttura di progetto. “Ricordo che a dicembre scorso, in occasione della ricorrenza di Santa Barbara, protettrice dei minatori, le autorità regionali preposte, assieme all’ingegnere Elisabetta Pellegrini, si sono recate in Vallugana per partecipare alla messa in galleria”, continua un residente. “I lavori di pulizia e messa in ordine delle strade e del cantiere è iniziata qualche giorno prima, come abbiamo avuto modo di documentare. Al loro arrivo hanno trovato strade pulite, assenza di polveri e una zona quasi incontaminata. E’ facile dire che tutto funziona quando i preparativi fervono per offrirti una calorosa accoglienza. Nei giorni a seguire siamo tornati alla triste realtà che vediamo tutti i giorni. Questo significa che i controlli, forse perché in parte il controllore è anche il controllato, dovrebbero essere maggiormente capillari” affermano gli abitanti di Vallugana nella loro nota stampa.

“Siamo esasperati, e nell’attesa del miracolo, ci stiamo organizzando, con l’aiuto del nostro legale, l’avvocato Giorgio Destro del foro di Padova, e di un tecnico specializzato, al montaggio di un corto che mette insieme le centinaia di ore registrate in questi anni. Visto congiuntamente con le rassicurazioni che abbiamo avuto dalle istituzioni finora, fa letteralmente accapponare la pelle”.