Presunto ladro stanotte, “sicuro” ricercato in precedenza. In carcere un 36enne

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Doveva scontare una condanna definitiva a 11 mesi di prigione ma, dopo la sentenza, si era reso irreperibile. Fino alla scorsa stanotte, quando una pattuglia di carabinieri impegnata in un servizio di controllo del territorio si è imbattuta in un furgone sospetto nella zona di Magrè. All’interno si nascondeva un 36enne formalmente di Schio, noto pluripregiudicato legato ai clan nomadi delll’Altovicentino, il quale sembra si stesse preparando per un probabile nuovo furto.

I militari della Radiomobile, una volta avuta di fronte la “vecchia conoscenza”, si sono resi conto di trovarsi al cospetto di un ricercato a tutti gli effetti, sul quale gravava un ordine di carcerazione esecutivo emesso dal Tribunale di Udine 10 mesi prima, a fine gennaio del 2020.

Da quella data, a quanto pare, Maicol Caris – questo il nome reso noto in quanto già condannato da un giudice – si era reso irreperibile, pur risultando (solo) sulla carta come residente a Schio ma dedito a spostamenti continui e a ricevere ospitalità in campi nomadi. Non c’era stato modo di rintracciarlo, insomma, pur mantenendo i contatti più stretti familiari in zona, entrando così di diritto nella fornita lista dei ricercati dalle forze di polizia del Nord-Est.

Fino alla tarda serata di ieri, quando si è fatto scovare dai carabinieri della Radiomobile ai quali non ha potuto opporre alcuna resistenza, trovandosi già “in gabbia” nel vano del furgone. Senza possibilità di fuga. Dopo un passaggio nelle vicina caserma del comando di via Maraschin, il neodetenuto è stato assicurato alle guardie penitenziarie della casa circondariale “Del Papa” del quartiere San Pio X di Vicenza.

L’ordine di cattura era già stato confermato dagli approfondimenti esperiti dai colleghi alla notizia dell’arresto, rendendolo quindi subito esecutivo ed efficace. Salvo “imprevisti”, dunque, da intendersi come cavilli giudiziari, stavolta il classe 1984 dovrà davvero espiare la pena comminatagli di 11 mesi in cella, dopo il giudizio che lo vedeva come imputato di reati predatori in Friuli, vale a dire furti andati a segno in diverse occasioni.