Marmolada, dopo il riconoscimento delle vittime si valuta la riapertura parziale della montagna

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“La soluzione non è chiudere la montagna” si è detto da più parti in questi giorni e forse anche per questo in Marmolada tra una decina di giorni si valuterà la riapertura parziale.

A una settimana dalla tragedia della Marmolada, con il crollo di un seracco a Punta Rocca che ha causato la morte di undici persone, sette delle quali vicentine, sulla “Regina delle Dolomiti” sta per iniziare la “fase 3”, cioè la valutazione di una parziale riapertura della montagna.

Da giorni si discute se sia opportuno mettere dei divieti, ma già il fatto che gruppi di persone in autonomia abbiano tentato la scalata per compiere quel “turismo macabro” in cerca di emozioni forti ha fatto capire che più che della chiusura di un teatro naturale ci sarebbe bisogno di preparazione tecnica e buon senso.
“La soluzione non è chiudere la montagna”, è quanto ha detto anche Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, mentre si trovava a Canazei per la celebrazione di una messa in ricordo delle vittime e a fianco dei soccorritori che cercavano di identificare tracce degli ultimi dispersi tra i reperti ritrovati.

E con le analisi scientifiche dei Ris di Parma, che hanno permesso di chiudere il cerchio confermando la morte di 11 escursionisti (7 dei quali vicentini), identificando quindi come deceduti anche le ultime persone che erano state date per disperse, si chiude la fase 1, cioè il capitolo legato al crollo del seracco e si aprono le fasi 2 e 3.

Marmolada, identificate tutte le 11 le vittime. 7 sono vicentine

“Da parte di tutto il Soccorso Alpino e Speleologico, ancora una volta, – dicono i soccorritori – un forte abbraccio alle famiglie, agli amici e alle comunità colpite da questi lutti e un ringraziamento a tutti gli operatori intervenuti sul posto, che da domenica 3 luglio hanno lavorato senza sosta. Sulla Marmolada inizia ora la Fase 2 caratterizzata da ricerche con i droni per dieci giorni e la successiva raccolta dei reperti ogni tre giorni. Quindi la Fase 3, con la valutazione di una parziale riapertura della montagna”.

Foto FB Provincia Autonoma di Trento

“L’uomo non è invincibile di fronte alla natura – ha affermato ancora Zaia – per cui è fondamentale che ci sia rispetto estremo. Ho chiesto al capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio di poter avere una riunione, che avverrà la prossima settimana, con tutte le Regioni dell’arco alpino, perché i tecnici ci diano delle indicazioni. Certo è che la soluzione – ha concluso – non è chiudere la montagna. Siamo in un momento di cambiamenti climatici e di comportamenti umani molto spesso non giustificati. Dopo di che ricondurre tutto questo a quel distacco è giusto lasciarlo ai tecnici, ma di certo l’ambiente non lo stiamo trattando bene”.

Intanto, in attesa che la Magistratura dia l’ok per le sepolture, a Barbarano questa sera alle 20,30 si tiene un momento di preghiera per Nicolò Zavatta, il 22enne che è stata la vittima più giovane della tragedia della Marmolata. L’appuntamento è presso la chiesa di Barbarano capoluogo. Il padre Michele nei giorni scorsi aveva postato su Facebook un video del figlio che suona con la sua chitarra elettrica. “Era la colonna sonora della nostra famiglia, io e mia moglie siamo grati di aver potuto crescere un ragazzo come lui” ha raccontato al Corriere della Sera.