Dubbi sulla morte del 41enne trovato in auto a 48-72 ore dal decesso. Disposta l’autopsia

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La stazione di servizio tra Vicenza e Alte Ceccato sulla Sp34

E’ stato riconosciuto in Alberto Berti l’uomo trovato in auto senza vita all’alba di giovedì ad Altavilla, nel piazzale di una stazione di servizio. Si tratta di un 41enne di Vicenza e residente nella stessa cittadina dell’hinterland del capoluogo. Le condizioni del cadavere, sulla base dell’esame visivo, lasciano presupporre che la morte possa risalire a 48-72 ore prima.

Nessuno, fino a ieri mattina, aveva fatto caso a quella Fiat Punto di colore bianco lasciata in sosta per almeno due giorni trattandosi di una via di comunicazione ad alto flusso di veicoli, lungo la Sp 34. Questo nonostante la presenza di un bar diurno proprio all’interno dell’area di servizio Vega – in via Lonigo – a poche decine di metri. A dare la segnalazione, poco dopo le 6, proprio un cliente al rientro in auto dopo la colazione nell’esercizio.

Per capire la causa del decesso del quarantunenne sarà necessaria l’autopsia sul corpo, già disposta dalla Procura di Vicenza in seguito alle indicazioni del nucleo investigativo dei Carabinieri del capoluogo berico. Gli incaricati delle indagini dall’Arma, allo stato attuale, devono sondare ogni possibile pista e/o spiegazione: non si può con certezza escludere la morte violenta, per quanto le circostanze di ritrovamento del corpo senza vita di Berti portino a battere anche e con attenzione altre strade.

In altre parole quella del malore con esiti a lui fatali, senza possibilità di chiedere aiuto, oltre alla direzione investigativa che porta al mondo delle tossicodipendenze, e quindi a una possibile overdose letale. A fornire elementi sicuramente utili al nucleo investigativo saranno i filmati di videosorveglianza del distributore di carburanti, accertando l’esatto arrivo della Punto e se Berti in quei frangenti si trovasse solo o in compagnia di qualcuno. In tal caso, prenderebbe corpo un’accusa di omissione di soccorso verso ignoti.

Carabinieri in Tribunale a Vicenza

Da confermare la notizia trapelata alla stampa, e per il momento non resa pubblica da chi sta investigando sul caso con il dovuto riserbo, che l’automobile scenario della morte del 41enne fosse stata rubata. Di sicuro, non era di proprietà della vittima, e quindi anche questo “anello della catena” andrà spiegato. Per il resto, risulta indispensabile l’acquisizione del referto dell’autopsia che sarà programmata appena possibile all’ospedale San Bortolo di Vicenza.