“Fusse che fusse la volta bona”: Stefani e Fugatti accelerano sulla Valdastico Nord

“Fusse che fusse la volta bona” diceva l’indimenticato Nino Manfredi in un ironico sketch televisivo rimasto nella memoria collettiva. E se non è un déjà-vu, poco ci manca. La Valdastico Nord torna a far parlare di sé e lo fa con tutta l’enfasi del caso: il neo presidente veneto Alberto Stefani e il governatore trentino Maurizio Fugatti si sono ritrovati a Trento per ribadire, senza esitazioni, che l’autostrada si farà.
“Avanti tutta”, hanno scandito i due leader leghisti, riaccendendo un dibattito che sembrava sopito e regalando alle rispettive Confindustrie un motivo di soddisfazione. Dopo anni di stallo e marce indietro, l’opera simbolo delle incompiute italiane torna al centro della scena, con la promessa di un tracciato definito e tempi certi. La Valdastico Nord è un progetto che si trascina dal 1965, accompagnato sempre da un dibattito mai sopito. Se da un lato le imprese vedono nell’autostrada un’opportunità di sviluppo, dall’altro i territori interessati hanno spesso espresso contrarietà, temendo impatti ambientali e sociali. Non a caso, il precedente governatore veneto Luca Zaia non si era opposto all’opera, ma aveva dovuto tenere in qualche considerazione, al netto dei ricorsi, delle resistenze locali. Il percorso è stato ulteriormente complicato dalla scelta di Fugatti di puntare sull’uscita a Rovereto Sud, bocciata dai territori e causa di uno stallo durato otto anni. Solo di recente il presidente trentino ha annunciato una marcia indietro, aprendo alla soluzione di Trento Sud, che riprende il progetto originario del centrosinistra guidato da Ugo Rossi.
Ed il segnale politico è stato accolto con entusiasmo dalle associazioni imprenditoriali. Barbara Beltrame Giacomello, presidente di Confindustria Vicenza, ha parlato di “un impegno chiaro e concreto” e di una prospettiva reale che torna a delinearsi dopo decenni di discussioni. Secondo lei, l’attivismo di Stefani e Fugatti può rappresentare l’elemento decisivo per sbloccare l’opera, che non riguarda solo le imprese vicentine ma l’intera competitività del Triveneto. Il nuovo asse Veneto-Trentino sembra dunque voler riprendere il filo interrotto, con l’intenzione di arrivare a un accordo ministeriale entro il 2026 così come chiarito anche da Stefani, che sulla Valdastico Nord si era più volte espresso con grande convinzione anche durante la recente campagna elettorale che lo ha visto trionfare.
Resta però aperta la questione del consenso dei territori e della sostenibilità ambientale, in un’epoca in cui il futuro della mobilità appare sempre meno centrato sul traffico su gomma.
La Valdastico Nord continua così a incarnare una contraddizione: un’infrastruttura percepita come strategica dalle imprese, ma contestata da comunità locali e ambientalisti. Oltre da chi teme che una soluzione senza tempi certi, non sia la soluzione.
Valdastico Nord, sì grazie. Ma il M5S gioca il jolly: “All’alto vicentino basta una mini bretella”
L’Eco Vicentino è su Whatsapp e Telegram.
Iscriviti ai nostri canali per rimanere aggiornato in tempo reale.
Per iscriverti al canale Whatsapp clicca qui.
Per iscriverti al canale Telegram clicca qui.